Milano, entro fine anno in arrivo sei nuove Zone 30: ecco dove

Milano, entro fine anno in arrivo sei nuove Zone 30: ecco dove

di Simona Romanò
S’allarga la città che va a passo d’uomo: sono in arrivo entro l’anno altre sei “Zone 30”, dove il limite massimo per auto e moto è appunto di 30 chilometri all’ora. È l’obiettivo di Palazzo Marino, messo nero su bianco nel Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile): il progetto più ambizioso riguarda il tratto di corso Venezia compreso da via Senato a piazza San Babila, con due piste ciclabili tra le vie Senato e Palestro che costeggia i giardini Montanelli. E poi altri 5 quartieri periferici da Affori a Città Studi.

Del tratto di corso Venezia si parla da tempo e ora si passa ai fatti. La rivoluzione comporterà anche una trasformazione da un milione di euro, approvato dal Municipio 1 e dai commercianti: i marciapiedi saranno allargati e rifatti usando la tecnica del mosaico con beole di colore grigio. Più belli e più adatti per il passeggio fino a piazza San Babila. Ci sono poi altri cinque quartieri in periferia dove saranno battezzate altrettante Zone 30, la cui realizzazione sarà veloce e low cost, senza interventi sugli arredi: dal Vigentino a Citta Studi, da Affari al Rubattino a Figino. Si tratta di luoghi con problemi di viabilità, dove gli automobilisti schiacciano troppo il piede sull’acceleratore e i dissuasori di plastica sarebbero inutili.

Da qui, la decisione d’istituire le Zone 30, per una metropoli sempre più a misura di pedoni e ciclisti. Il primo cantiere ad aprire sarà a Figino, via via arriveranno anche gli altri. Il Comune continua quindi a puntare su percorsi dal ritmo slow, che piace alle associazioni ambientaliste come Ciclobby, con la presidente Guia Biscaro che difende i diritti degli amanti del pedale: «Sarebbe bello che tutto il centro sia una grande Zona 30, per dare l’idea della città più vivibile, sicura e silenziosa. Ma facciamola bene, perché non è sufficiente posizionare i cartelli, occorre rivedere anche parcheggi e semafori». Poi, l’idea di una «campagna “simpatia” verso i ciclisti, spesso sono visti come pecore nere che infastidiscono. Il messaggio è: automobilista, fai attenzione al ciclista, perché se fosse più protetto non avrebbe bisogno di salire sul marciapiede».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Marzo 2017, 09:53
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