​Terrorismo, contatti con Amri, il killer di Berlino: arrestato un congolese, un marocchino espulso dallʼItalia

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Operazione antiterrorismo della Polizia: un cittadino congolese, in passato ospite del Centro per rifugiati di Brindisi, è stato arrestato mentre un marocchino, risultato in contatto con Anis Amri, l'autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, è stato espulso dall'Italia. Dall'indagine della Digos di Brindisi, coordinata dalla Dda di Lecce e dalla Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo, è emerso che i due facevano parte di una cellula salafita operante a Berlino e avevano aderito all'Isis. 

I poliziotti della Digos di Brindisi hanno accertato la totale adesione all'ideologia dello Stato Islamico di Nkanga Lutumba e di un altro membro della cellula residente a Berlino, il 22enne marocchino Amri Soufiane, espulso dal territorio italiano. Quest'ultimo, peraltro, è risultato essere in contatto con il tunisino Anis Amri, autore dell'attentato al mercatino di Natale a Berlino il 19 dicembre 2016. Le attività tecniche hanno permesso di riscontrare il loro percorso di radicalizzazione religiosa e la disponibilità a compiere atti violenti, anche con il sacrificio personale, in diversi scenari operativi.

Entrambi, dicono gli investigatori, avevano aderito all'Isis ed erano pronti a compiere azioni violente, fino al martirio, in diversi scenari operativi. Le indagini e le attività tecniche, svolte con il supporto del Servizio centrale Antiterrorismo e del Servizio di cooperazione internazionale, hanno inoltre consentito di individuare e neutralizzare i progetti della cellula, che era composta da 11 membri.

L'inchiesta è stata avviata il 24 dicembre 2016, dopo l'attentato di Berlino. È stata coordinata dai pm Alessio Coccioli e Guglielmo Cataldi della Dda di Lecce. A quanto emerso, i due stranieri erano transitati sul territorio italiano, probabilmente intenzionati a recarsi in Turchia. Erano stati però bloccati ad Ancona: uno dei due, il marocchino Amri Soufiane, era stato espulso dal territorio italiano ed era quindi tornato in Germania, dove risultava residente. Lutumba Nkanga, congolese, era invece risultato privo di permesso di soggiorno, perché scaduto, ed era stato condotto nel Centro di identificazione ed espulsione di Restinco, a Brindisi. Qui sono stati avviati gli accertamenti della Digos che hanno portato all'esecuzione del fermo, poi convalidato dal gip che ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo gli investigatori, i due farebbero parte di una cellula salafita con sede nella città di Berlino. 


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Aprile 2017, 12:14
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