Pochi sfollati nelle tendopoli, prima notte in auto. "Arriverà la schicchera". Incubo sciacalli

Pochi sfollati in tenda, prima notte in auto. "Arriverà la schicchera"
Le migliaia di sfollati che si contano tra Lazio e Marche a seguito delle violente scosse di terremoto che hanno colpito l'area intorno ad Accumoli (Rieti) hanno passato la loro prima notte in tenda, lontani dalle loro case, andate completamente distrutte o rese inagibili. E il freddo ha complicato le cose. In Appennino durante la notte le minime nelle zone colpite sfioreranno i dieci gradi.

«L'affluenza nelle aree di accoglienza già attrezzate è stata minima la scorsa notte, molto al di sotto delle possibilità ricettive. Questo perché molte persone hanno scelto di trascorrere in auto o i altri ricoveri di fortuna le ore notturne»: è quanto ha detto il capo del Dipartimento della Protezione Civili Fabrizio Curcio, intervistato dal Gr1 sul terremoto che ha colpito il centro Italia. 
 
 
 
Incubo sciacalli. Soccorritori e forze dell'ordine segnalano il moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio nel comune di Arquata, e in particolare nella frazione di Pescara del Tronto spazzata via dal terremoto di ieri.

Secondo i soccorritori, in molti casi, si sono verificati episodi già nel corso della prima notte del sisma. Mentre stamani i carabinieri hanno intensificato i controlli in tutta l'area, dove lo stato della distruzione facilita il compito degli 'sciacalli'. 
 


Un altro grande centro è stato allestito a Rieti, mentre gli albergatori dell'Aquila hanno messo a disposizione le proprie strutture. Ovunque è il terrore che domina gli sguardi dei sopravvissuti. 
 


Chi può ha messo al riparo mobili, elettrodomestici, e qualsiasi cosa sia stata risparmiata dal sisma. Un gruppetto di diciottenni ha scelto di ripararsi in una giostra per ragazzini: «L'importante è che stiamo tutti insieme, questa è casa nostra», dicono tra rabbia e commozione. Temono anche loro «un'altra schicchera», una nuova scossa violenta. E non vogliono muoversi dalla giostra. Tra i più anziani quello che fa più terrore è un'altra minaccia, il crollo della vicina diga di Scaldarello.



Il terremoto, che qui è stato apocalittico, li ha scioccati: «Mai vista una cosa del genere in oltre cinquant'anni». In quasi tutte le frazioni dell'area le strade sono deserte. Famiglie in lacrime caricano i bagagli in auto e vanno dai parenti a Roma, Firenze, Ancona, o se possibile ancora più lontano. Tutto intorno scende il silenzio, e la paura domina i cuori di migliaia di persone.

IL RACCONTO DI FERNANDO Una casa crollata, nel sisma di Amatrice. Cumoli di detriti da cui si sentivano i lamenti di un ragazzo: è così che ieri un gruppo di persone si è rimboccato le maniche per estrarre dalle macerie un giovane peruviano, sui vent'anni. A raccontare quei momenti e l'emozione provata è Fernando Scasciafratti.

«Ieri ero qui, una casa era crollata e ho preso parte al salvataggio di un ragazzo rimasto sotto le macerie insieme a una bimba, alla madre e a una badante - racconta - abbiamo levato i sassi uno ad uno con le mani, ci sono volute due ore, ma alla fine siamo riusciti a tirarlo fuori. Sentiva freddo ed era sotto choc». «Appena l'ho visto l'ho baciato e gli ho detto: 'è finita, non ti preoccupare adesso va tutto benè. E per distrarlo, mentre era in barella, gli ho chiesto per quale squadra tifa». Scasciafratti è anche stamattina ad Amatrice: «Lavoro come cantoniere alla provincia di Rieti, dobbiamo fare una ricognizione delle strade per segnalare eventuali dissesti».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Agosto 2016, 10:03
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