Rigopiano: "Sopravvissuti bevendo ghiaccio e col calore degli abbracci"

"Sopravvissuti bevendo ghiaccio e col calore degli abbracci"

di ​Paolo Vercesi e Mauro Evangelisti
PESCARA. Voci dalla notte durata sessanta ore, nel resort da fiaba trasformato in prigione di neve: così hanno resistito, bevendo il ghiaccio e stringendosi per riscaldarsi. Giorgia Galassi ha 22 anni, è stata salvata ieri mattina insieme al fidanzato Vincenzo. «Sono Giorgia» ha sorriso ai soccorritori quando è uscita dal buco nel ghiaccio. Ricorda: «Eravamo al buio, in uno spazio ristretto, senza nulla da mangiare. Ci siamo dissetati con il ghiaccio, insieme a noi c'era un'altra coppia. Il secondo giorno stavamo per perdere la speranza, ma il mio fidanzato, Vincenzo ci ha spronato, ci parlava, ci ha mantenuto lucidi. Eravamo come chiusi in una scatola perché la valanga ci ha sorpreso mentre eravamo nella sala del camino e bevevamo il tè». La valanga ha travolto l'hotel mercoledì alle 16.30. «Solo giovedì mattina alle 11 abbiamo sentito dei rumori, erano i soccorritori. Abbiamo cominciato a urlare, il più forte possibile». 
 

È stato operato a un braccio Giampaolo Matrone, 34 anni, il pasticciere di Monterotondo estratto vivo dalla trappola di ghiaccio e macerie dell'hotel Rigopiano nella tarda serata di venerdì. L'intervento è durato poco più di un'ora, nessuna frattura, ma solo problemi di compressione dell'arto che era rimasto bloccato da una trave e già domani potrebbe essere dimesso dall'ospedale di Pescara dove si trova ricoverato. Ma della moglie, Valentina Cicioni, 32 anni, infermiera al Policlinico Gemelli, originaria di Mentana, non ci sono ancora notizie. Giampaolo avrebbe raccontato ai soccorritori di avere tenuto la mano della moglie per tutto il tempo, «le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l'ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando».

Le sue parole prima di arrivare nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Santo Spirito. Matrone avrebbe detto anche che vicino a lui c'era un'altra donna che però non dava segnali di vita. Parole, però, fermamente smentite dal fratello Marco attraverso la protezione civile: «Giampaolo non ha parlato con nessuno, è andato direttamente in ospedale, non ha detto che Valentina è morta». In serata Marco ha rincuorato gli amici: «Giampaolo è scioccato e preoccupato. Per Valentina, ci danno speranze perché i soccorritori sentono ancora delle voci. Ma i soccorsi sono complicati».

I sopravvissuti hanno perso coscienza del tempo che stava passando, avvolti dall'angoscia di chi non sa se qualcuno verrà a salvarti. Quando hanno sentito le voci dei soccorritori, hanno cominciato a gridare e allora le forze si sono moltiplicate. «Che giorno è? Quanto tempo è passato?» ha chiesto ai soccorritori una delle ragazze salvate ieri. E poi c'è la Nutella. Perché la prigione di ghiaccio non è stata uguale per tutti. I tre bambini, riuniti nella sala biliardi dell'Hotel Rigopiano, si sono ritrovati in una bolla surreale, ricoperta da una valanga, ma come il piccolo protagonista di The Room, erano isolati dal mondo esterno. Hanno resistito facendosi forza tra di loro, mangiando la crema spalmabile che appare sul tavolo delle foto diffuse dai vigili del fuoco, parlando con gli adulti come Adriana Parete, la madre di Ludovica e Gianfilippo e moglie di Giampiero, il cuoco che era uscito per prendere delle medicine in macchina e per primo ha dato l'allarme. «Io avevo solo una bottiglietta d'acqua - ricorda Adriana - fino a quando ho potuto mi sono aggrappata a quella, ho fatto bere mio figlio Ludovico, l'ho tenuto stretto, l'ho riscaldato». Al buio, con la difficoltà di orientarsi, Adriana urlava, tentava di parlare alla figlia Ludovica che era con gli altri due bambini nella sala biliardo dell'hotel. 

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Ultimo aggiornamento: Domenica 22 Gennaio 2017, 14:46
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