"Ho fatto ciò che dovevo fare": Giacomo, 18 anni, uccide a fucilate il papà

"Ho fatto ciò che dovevo fare": Giacomo, 18 anni, uccide a fucilate il papà
«Ho fatto quello che dovevo fare». Giacomo Ciriello, diciotto anni compiuti lo scorso dicembre, lo ha detto ai carabinieri dopo aver ucciso con il fucile di casa, centrandolo al volto, il padre Raffaele di 51 anni, fabbro arrivato a Lucignano (Arezzo) tanti anni fa da Avellino. Poi il giovane si è chiuso nel silenzio: in cella, col pm Lucia Taddei che conduce le indagini, si è avvalso della facoltà di non rispondere. 



«Mi assumo tutta la responsabilità di quello che ho fatto e me ne assumo le conseguenze. Mi dispiace molto ma indietro non si torna», ha solo aggiunto. Il delitto la notte scorsa, intorno a mezzanotte e mezza in un casolare a pochi chilometri dal piccolo borgo della Valdichiana, dove Giacomo era tornato ad abitare dopo un lungo periodo trascorso nella vicina Monte San Savino con la madre quarantenne Catia. I carabinieri, arrivati sul posto insieme ad un'ambulanza del 118 e al sostituto procuratore Laura Taddei, lo hanno trovato in casa, vicino al padre. A due passi, nell'appartamento a lato dormiva la nonna che non si è accorta di niente e che è stata sentita più tardi. 




Per uccidere il padre il giovane ha usato la doppietta che Raffaele Ciriello utilizzava per andare a caccia e che il fabbro teneva in casa dopo aver subito un furto. Subito dopo l'omicidio, Giacomo è stato trasferito nella caserma della compagnia dei carabinieri di Cortona dove è stato raggiunto dall'avvocato Stefano Del Corto che lo tutela legalmente. Il diciottenne si è chiuso in un pesante silenzio che, al momento, non ha consentito agli investigatori di dare contorni più netti a quello che parrebbe un delitto d'impeto ma che potrebbe nascondere risvolti inaspettati, forse quello di un gesto premeditato e un 'vuotò di circa 30 minuti nella dinamica dell'omicidio che i militari stanno cercando di colmare.​



Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, anche attraverso la testimonianza della madre sentita dopo il tragico episodio, Giacomo aveva iniziato molto bene la scuola.
Due anni di ottimi voti all'istituto per geometri, poi aveva progressivamente peggiorato il rendimento e dopo aver cambiato diverse scuole, aveva deciso di abbandonare gli studi senza diplomarsi, iniziando a lavorare nella carpenteria del padre. Stando a quanto emerge il giovane aveva sofferto per la separazione dei genitori. Da poco il padre aveva iniziato una relazione con una nuova compagna, circostanza che non sarebbe stata accettata da Giacomo. 

Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Febbraio 2017, 22:47
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