Trump: "Il Messico paghi il muro o Peña Nieto non venga". Cia, bufera sulla tortura

Trump: "Il Messico paghi il muro o Peña Nieto non venga". Cia, bufera sulla tortura

di Claudio Fabretti
Un muro già divide Stati Uniti e Messico. «Pretendiamo rispetto, e comunque non saremo noi a pagare», attacca in tv il presidente messicano Enrique Peña Nieto, poche ore dopo l’annuncio da parte dell’ex-tycoon del via libera alla costruzione, che si va ad aggiungere alla guerra dichiarata dal nuovo inquilino della Casa Bianca all’accordo di libero scambio Nafta, il North American Free Trade Agreement. L’accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico in vigore dal gennaio 1994 è stato un «disastro terribile sin dalla sua adozione», secondo Trump.

Ma resta il muro, al momento, il casus belli principale tra Messico e Stati Uniti. «L’ho detto e ripetuto: il Messico non pagherà per il Muro», aveva detto Pena Nieto in un discorso televisivo che ha innescato la messa in discussione dell’incontro da parte di Trump. «Condanno e mi rammarico per la decisione del governo statunitense di continuare con la costruzione di un confine che per anni ci ha diviso più di quanto ci abbia unito il Messico dà e chiede il rispetto dovuto come nazione sovrana».

Di fronte alla mossa del collega messicano, Trump si è limitato a precisare che l’incontro con Nieto è stato annullato di comune accordo con la Casa Bianca. «Cercheremo una data per fissare qualcosa in futuro. Manterremo aperte le linee di comunicazione», fa sapere il portavoce di Trump, Sean Spicer. E intervenendo al raduno dei repubblicani a Filadelfia, il presidente ha poi ribadito che il popolo americano non pagherà per il muro al confine.

Ma continua la bufera anche sul caso-tortura. Il premier britannico Theresa May ha annunciato che il Regno Unito potrebbe interrompere la collaborazione con le agenzia di intelligence Usa nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero adottare la tortura negli interrogatori.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Gennaio 2017, 08:59
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