Trump: “C'è Mosca dietro gli hacker, ma io non sono ricattabile”

Trump: “C'è Mosca dietro gli hacker, ma io non sono ricattabile”

di Stefania Cigarini
Gli ultimi giorni da comune cittadino - la cerimonia di insediamento avverrà il 20 gennaio - Donald Trump li ha spesi facendo dichiarazioni fuori dal comune ai giornalisti raccolti in casa, la Trump Tower, ieri, a New York. Il presidente eletto ha ribadito i suoi cavalli di battaglia elettorali, come il muro alla frontiera del Texas. «Lo costruiremo e il Messico ce lo rimborserà, in qualche modo, ma lo farà».

Dichiarazioni che hanno provocato il crollo in Borsa - durante la conferenza stampa - del peso messicano. Trump ha quindi ammesso di ritenere che dietro l’hackeraggio sul voto americano ci “siano stati i russi”, ma anche che “non lo faranno più” e, con lui al potere “avranno più rispetto degli Stati Uniti”. Ha precisato di non avere nulla da temere da Mosca, in aperto contrasto con le informazioni della Cia che vuole il futuro presidente esposto al rischio di ricatti in virtù di un dossier di informazioni compromettenti di natura personale e finanziaria. Ed ha rifiutato la domanda di un cronista della Cnn - «Siete una fabbrica di notizie false» - colpevole di aver svelato i dati Cia sulla sua (presunta) vulnerabilità.

Rilanciando; il dossier potrebbe essere frutto di «Informazioni false, diffuse forse dalla nostra stessa intelligence». In tema di affari interni Trump è stato altrettanto tranciante con un fiore all’occhiello della gestione Obama, la riforma sanitaria che porta il suo nome: «L’Obamacare è un completo e totale disastro. Non appena il nostro ministro della Salute sarà confermato, presenteremo un piano per cancellare e sostituire l’intero sistema».

Tanto diretto è stato il presidente eletto, tanto altalenante è stato l’andamento della Borsa di New York, dopo il crollo del peso e quello dei listini farmaceutici - anche se la lobby di settore ha replicato istantaneamente «Ci impegniamo per essere più efficienti nel mercato dei consumatori» - la chiusura è stata al ribasso. Come la sua recente popolarità: l’istituito di sondaggi della Quinnipiac university ha stabilito che solo il 37% approva il nuovo presidente, mentre il 51% degli americani ne dà un giudizio negativo.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Gennaio 2017, 08:46
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