Il Papa in Egitto, l'abbraccio con l'Imam:
"Uniti dal sangue innocente"

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di Franca Giansoldati
IL CAIRO – Papa Francesco arriva in Egitto su un aereo scortato dai caccia egiziani. «L'Egitto è un dono del Nilo» dice, iniziando subito la sua maratona interreligiosa su una Fiat Punto blu priva di vetri blindati.

La missione la ha intrapresa per cementare ponti e demolire pregiudizi. Tre le tappe della giornata: al Palazzo presidenziale per un incontro con Al Sisi a porte chiuse dove non sono ammessi giornalisti, testimoni, fotografi. In questo colloquio è possibile che Papa Francesco voglia accennare al presidente egiziano la questione di Regeni. La mamma del ragazzo ucciso l'anno scorso dai servizi egiziani aveva implorato il Pontefice di chiedere al Cairo il rispetto della verità. Nel testo del discorso ufficiale preparato per le autorità, anche se non si fa minimamente cenno all'argomento, Bergoglio, in alcuni passaggi, si sofferma genericamente, sul tema dei diritti inalienabili dell'uomo. Argomento che solleva alla conferenza di pace, seconda tappa della giornata, organizzata dal massimo centro sunnita, l'università di Al Azhar. A dargli il benvenuto è il grande imam Al Tayyeb con un abbraccio caloroso. «Mio fratello il grande Imam» dice Francesco, salutando i presenti con il saluto arabo: Salam Aleikum. INfine, terza tappa, la preghiera per le vittime del terrorismo nella chiesa copta devastata dall'Isis.
 
 


Il messaggio per la pace che il Papa ha voluto consegnare ai cristiani riguarda il tipo di dialogo da tenere con l'Islam. Un invito a camminare assieme nella convinzione che l'avvenire di tutti dipenda dall'incontro tra religioni e culture. Tre i punti fondamentali: «Il dovere dell'identità, perché non si può imbastire un vero dialogo sull'ambiguità o sul sacrificare il bene per compiacere l'altro. Il coraggio dell'alterità, perché chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto e trattato come un nemico ma accolto con un compagno di strada nella genuina convinzione che il bene di ciascuno dipende e risiede nel bene di tutti. Infine la sincerità delle intenzioni».

Un altro passaggio del discorso pronunciato in italiano e tradotto simultaneamente in arabo al convegno sulla pace si è incentrato sul tema dei populismi. «Si assiste con sconcerto al fatto che, mentre da una parte ci si allontana dalla realtà dei popoli, in nome di obiettivi che non guardano in faccia a nessuno, dall’altra, per reazione, insorgono populismi demagogici, che certo non aiutano a consolidare la pace e la stabilità» ha denunciato. IN diversi momenti il Papa è stato interrotto dagli applausi. L'Imam ha chiesto ai presenti di rispettare un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terrorismo. «Nessun incitamento violento garantirà la pace, ed ogni azione unilaterale che non avii processi costruttivi e condivisi è in realtà un regalo ai fautori dei radicalismi e della violenza»

Il 
grande imam Ahmad al-Tayyib, l'anno scorso era stato ricevuto in 
Vaticano riaprendo così i rapporti con la Santa Sede che erano 
stati congelati nell’era di Benedetto XVI.
Assieme si sono strasferiti nell’aula dove si tiene la conferenza di pace 
internazionale. Al Cairo è arrivato anche il patriarca ecumenico di 
Costantinopoli Bartolomeo
.

Sul volo papale Bergoglio ci ha tenuto a sottolineare la natura di questa missione brevissima, della durata di appena due giorni. «La gente ci segue e c’è una aspettativa 
speciale per il fatto che l’invito è arrivato dal presidente 
della Repubblica di Egitto, dal Patriarca copto, Papa Twadros, 
dal Patriarca dei copti cattolici e dal Grande imam di Al-Azhar». 

All’aeroporto il Papa è stato accolto da un ministro delegato 
dal Presidente della Repubblica, dal Patriarca di Alessandria dei 
Copti Cattolici e Presidente dell’Assemblea della Gerarchia 
Cattolica dell’Egitto, Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sedrak, dal 
Nunzio Apostolico, mons. Bruno Musarò, dal Vescovo di Luxor e 
Coordinatore locale, mons. Emmanuel Bishay, e dal Segretario 
della Nunziatura Apostolica, don Jan Thomas Limchua. Presente 
all’aeroporto il cardinale Jean-Louis Tauran, responsabile del 
Vaticano per i rapporti con l’islam, che fa parte della 
delegazione papale ma è giunto prima al Cairo.

Papa Francesco, incontrando il papa copto Tawadros II, ricorda che copti e cattolici sono uniti anche dall'ecumenismo del sangue. «La maturazione del nostro cammino ecumenico è sostenuta, in modo misterioso e quanto mai attuale, anche da un vero e proprio ecumenismo del sangue. San Giovanni scrive che Gesù è venuto 'con acqua e sanguè; chi crede in Lui, così 'vince il mondò. Con acqua e sangue: vivendo una vita nuova nel nostro comune Battesimo, una vita di amore sempre e per tutti, anche a costo del sacrificio del sangue». «Quanti martiri in questa terra, fin dai primi secoli del Cristianesimo, hanno vissuto la fede eroicamente e fino in fondo, versando il sangue piuttosto che rinnegare il Signore e cedere alle lusinghe del male o anche solo alla tentazione di rispondere con il male al male. Ben lo testimonia il venerabile martirologio della Chiesa Copta. Ancora recentemente, purtroppo, - ricorda con dolore Bergoglio - il sangue innocente di fedeli inermi è stato crudelmente versato. Carissimo Fratello, come unica è la Gerusalemme celeste, unico è il nostro martirologio, e le vostre sofferenze sono anche le nostre sofferenze, il loro sangue innocente ci unisce».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Aprile 2017, 20:32
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