Libano, sposo imbraccia un kalashnikov e spara per festeggiare: colpito il fotografo

Libano, sposo imbraccia un kalashnikov e spara per festeggiare: colpito il fotografo

di Federica Macagnone
All'apparenza potrebbe sembrare uno dei tanti incidenti involontari che avvengono durante certi matrimoni mediorientali, dove la tradizionale usanza di sparare in aria per festeggiare è dura a morire, nonostante più volte abbia provocato morti e feriti a causa di goffaggini e superficialità nell'imbracciare le armi. L'incidente avvenuto venerdì scorso a Bteghrin, in Libano, potrebbe però nascondere qualcos'altro, visto quello che è successo in seguito nell'ospedale dove è stato trasportato un ferito.
 
 

Nel video realizzato con un cellulare da uno degli invitati si vede lo sposo, circondato da varie persone, sparare in aria tenendo con una mano sola un Kalashnikov AK47: l'uomo, però, deve aver sottovalutato la potenza dell'arma e ne perde subito il controllo, finendo per colpire il cibo sulla tavola e ferendo gravemente un fotografo. La vittima viene subito portata al Mount Lebanon's Bhannes Medical Center dai parenti dello sposo che però, come racconta Michael Chahine, direttore dell'ospedale, una volta giunti sul posto hanno inspiegabilmente aggredito i medici, colpendo e minacciando tutti coloro che tentavano di prendersi cura del ferito: un membro del personale ha subìto una ferita all'occhio e dovrà essere operato nei prossimi giorni.

«Non ho una spiegazione del perché lo abbiano fatto - ha detto Chahine al Daily Star - Hanno portato in ospedale una vittima dell'azione sconsiderata di uno di loro, poi hanno cominciato a colpire chi tentava di curarlo». A chi gli ha chiesto se c'è un servizio di sicurezza nell'ospedale, il direttore ha risposto: «Finora non è mai stato necessario, visto che questa è una zona tranquilla. Le nostre porte sono aperte a tutti quelli che hanno bisogno. Qui siamo in un villaggio di montagna, non siamo a Beirut. In ogni caso l'identità degli aggressori è nota, ora spetta alle forze dell'ordine arrestarli. I ministri della Giustizia e della Sanità mi hanno contattato entrambi in relazione alla vicenda». 

Il sindacato degli ospedali privati, intanto, è sul piede di guerra. «Adesso ne abbiamo abbastanza - ha detto il presidente Sleiman Haroun, condannando gli atti di violenza - Aspetteremo qualche giorno, ma se le forze dell'ordine e del governo non si muoveranno prenderemo una posizione forte. Non siamo più disposti ad accettare aggressioni come questa. Non invocheremo più l'intervento di nessuno, perché le autorità sanno benissimo chi sono i responsabili».


Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Luglio 2017, 18:25
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