Clinton-Trump, la seconda sfida
Hillary: «Dici bugie». Lui attacca:
«Dovresti essere in prigione»

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di Anna Guaita
NEW YORK – Uno scontro durissimo, a momenti sordido, se non addirittura minaccioso. E’ cominciato gelidamente, e non si sono neanche stretti la mano. Hillary Clinton, in un tailleur grigio con camicetta bianca, ha sorriso a Donald Trump, senza però allungare la mano. Lui, alquanto rigido, ha risposto al sorriso, e non ha tentato neanche lui il gesto. L’elettricità era nell’aria.

Il secondo dibattito fra Hillary e Donald, ieri sera, alla Washington University di St. Louis in Missouri, ha visto Hillary composta e presidenziale, e Trump all’attacco con toni taglienti “o la va, o la spacca”.

L’imprenditore aveva provocatoriamente portato come suoi ospiti quattro donne che negli anni Novanta avevano denunciato Bill Clinton per molestie sessuali. Le quattro erano nel pubblico, in prima fila. In basso, nella zona dei familiari, sedeva Bill stesso. Una situazione estremamente tesa. Eppure Hillary ha mantenuto un atteggiamento almeno in apparenza sereno.

Il format prevedeva domande anche dal pubblico. La prima domanda è venuta da una maestra: “Siete un modello per i giovani di oggi?”. Hillary ha subito acchiappato la palla al balzo per una risposta quasi elegiaca sul futuro dell’America, sulla collaborazione fra tutti gli americani, sulla necessità di “riparare ai danni e riunire il Paese”. 

Poi è stata la volta di Trump e da quel momento in poi il dibattito è scivolato nello scontro. Nessuno ha alzato la voce, l’atmosfera è rimasta gelida, ma le parole sono state pesanti, soprattutto da parte di Trump che ha elencato accuse contro Hillary, dichiarando che Hillary non ha vinto le primarie in modo legittimo, e sostenendo che se sarà eletto nominerà un procuratore per indagare sulla rivale che “dovrebbe essere in prigione”. La proposta è stata una delle frasi di Trump più discusse nel “dopopartita”, e qualche commentatore ha notato che i presidenti mettono in prigione i rivali “solo nei paesi dittatoriali”.

A sua volta Trump ha dovuto rispondere delle registrazioni del 2005 quando aveva parlato in modo scurrile delle sue conquiste, del suo modo di toccare le donne in modo sessuale e volgare. Si è scusato solo brevemente, “Sono imbarazzato, mi sono scusato con la mia famiglia”, per poi deviare l’attenzione verso Bill Clinton, e sostenere che l’ex presidente ha compiuto abusi molto più gravi contro varie donne, e denunciando che Hillary lo aveva non solo tollerato, ma aiutato. Stranamente, Trump ha continuato a tirare in su con il naso, proprio come aveva fatto durante il primo dibattito, il 26 settembre, come se avesse il raffreddore o un’allergia.

A parte il sesso, proprio o dei consorti, l’altro immediato fronte di scontro è stata l’Obamacare, che Trump ha promesso di abolire e Hillary ha promesso di conservare, riparare e far funzionare meglio. Poi il terrorismo: Trump si è lanciato in una lunga filippica contro l’ammissione nel Paese di migranti siriani, “un cavallo di Troia”.

Hillary invece ha cercato di spiegare che gli Usa non sono in guerra con l’Islam, e che tanti bambini e donne stanno soffrendo, e gli Usa devono “fare la loro parte”, anche se con tutti “i severi controlli del caso”. Non meno acceso il dibattito sulle tasse, quando Trump ha di fatto ammesso di non aver pagato le tasse federali per un sistema di sgravi che il fisco concede agli imprenditori che abbiano subito delle perdite finanziarie.

Fra i momenti strani del dibattito, tutti hanno notato le parole fredde di Trump nei confronti del suo vice Mike Pence. Il vice negli ultimi giorni si è distanziato da Trump sulla questione delle dichiarazioni sessiste, tanto che è girata anche voce che si voglia districare dal ticket e abbandonare la corsa. “Non gli parlo da qualche giorno” ha detto Trump, fra la curiosità generale.

Gli esperti pensano che a conti fatti, nei prossimi giorni, il dibattito di St. Louis si rivelerà un record di audience, anche più di quello del 26 settembre alla Hofstra University di New York. Trump ha contribuito a creare nelle ore immediatamente precedenti un’atmosfera scandalistica da reality tv, avendo presentato alla stampa le quattro donne che sostenevano di essere state stuprate da Bill Clinton, decenni fa, e di non aver ricevuto supporto psicologico da Hillary Clinton ma accuse e critiche.

Evidentemente, riportando a galla vecchie accuse contro Bill,  Trump ha pensato di alleggerire lo scandalo dei propri commenti sboccati, ricomparsi negli ultimi giorni. A quei commenti, raccolti da un microfono aperto durante una chiacchierata privata con il giornalista Billy Bush e rivelati dal Washington Post, si erano poi aggiunte registrazioni del programma radiofonico di Howard Stern, anch’esse molto spinte.

Il pubblico aveva così scoperto che Trump non aveva remore a fare sesso con donne sposate, che aveva l’abitudine di baciare le donne che gli piacevano anche senza chiedere il permesso, che provava gusto ad afferrarle per le parti intime, che aveva avuto incontri sessuali a tre, che preferiva le donne giovani e che a 35 anni le “licenziava”.

A sentire fonti bene informate, poi, altre registrazioni di Trump che si abbandona a commenti scurrili potrebbero continuare ad arrivare. Bill Pruitt, il producer del programma The Apprentice, che ha lanciato Trump in tv, ha assicurato che in giro ce ne sono “di molto peggio”.

Dunque, la curiosità per il faccia a faccia con Hillary era già molto alta. E poi sono arrivate anche le e-mail piratate da Wikileaks. Il sito fondato dall’australiano Julian Assange ha rilasciato una serie di comunicazioni di Hillary Clinton, e fra queste anche il contenuto dei discorsi che la ex segretario di Sato aveva tenuto fra il 2013 e il 2015 a un gruppo di banchieri di Wall Street.

Nei discorsi si trovava conferma delle accuse che il senatore Bernie Sanders aveva mosso contro Hillary durante le primarie, e cioè di essere troppo legata agli interessi della finanza. Sanders ha cercato di calmare le acque per la candidata democratica, assicurando i suoi sostenitori che comunque alla Convention di Filadelfia in luglio Hillary aveva firmato una piattaforma liberal e che dovrà attenervisi. Ma è possibile che nella audience record che ha seguito il dibattito ci fossero anche tanti sandersisti, meno interessanti ai peccati a luci rosse di Trump e più ai peccati ideologici di Hillary.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Ottobre 2016, 12:32
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