'La cena dei cretini', la versione di Nicola Pistoia a Paolo Triestino al Manzoni

'La cena dei cretini', la versione di Nicola Pistoia a Paolo Triestino al Manzoni

di Alessandra De Tommasi
La cena dei cretini propone un duo consolidato da quasi due decenni, Nicola Pistoia e Paolo Triestino, che dello spettacolo di Francis Veber (che ne fece anche un film culto nel 1998) curano anche la regia. La commedia francese mette in scena il racconto di un gruppo di amici parigini dell'alta borghesia che organizza ogni settimana una cena con ospiti fuori dal comune. Ogni commensale invita un cretino e il migliore vince. In un equilibrio agrodolce, qualcosa sfugge al controllo.

Questa rivisitazione?
Triestino: «La cattiveria suscita emozione e divertimento, ma senza volgarità. Si ride molto, ma si riflette anche».
Pistoia: «Stavolta, infatti, il cretino si prende la sua rivalsa»

Quale cretino inviterebbe a cena?
T.: «Di solito definiamo cretino uno che ha sogni da bambino e se li porta dietro anche da grande. Eppure ognuno di noi ha un lato cretino».
P.: «Da adolescente mi schieravo sempre dalla parte di chi veniva messo in mezzo a sua insaputa. Quando lo fanno gli adulti però diventa pericoloso».

T: «A cena, comunque, inviterei i possessori di Smart, quelli che rovesciano il posacenere fuori dal finestrino o urlano al telefono in treno. Ecco, quest'ignoranza fa rima con la cretinaggine. Le fissazioni, invece, le abbiamo tutti».

Quali sono le vostre?
T.: «Non sopporto stare davanti ai muri nei luoghi chiusi o controllo di aver chiuso il gas dieci volte al giorno».
P.: «Colleziono modellini d'auto, ne ho cinque o seicento, forse per compensare quelle perse da bambino».

Vi somigliate?
T.: «Siamo come l'acqua e l'olio, ma la diversità è la nostra ricchezza».
P.: «A volte fotografo la sua camera d'albergo, dove sembra sia scoppiata una bomba. La mia invece ha un ordine perfetto e nessun abito si trova fuori dalla valigia».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Settembre 2017, 08:55
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