Nick Cave, il re è tornato: live al Palalottomatica

Nick Cave, il re è tornato: live al Palalottomatica

di Claudio Fabretti
Riparte dalla sua band storica, Nick Cave, per riabbracciare il pubblico europeo dopo tre anni. Un tour di otto settimane, quello in compagnia dei Bad Seeds, che ha segnalato il bardo australiano in gran forma e che al Palalottomatica chiuderà il segmento italiano di tre date (Padova e Milano le altre due tappe). Il cuore di questa nuova tournée di Re Inchiostro è il suo album più recente, Skeleton Tree, pubblicato nel 2016. Un disco struggente, segnato dalla tragedia personale che ha straziato il cuore di Nick: la perdita del figlio Arthur, caduto il 14 luglio 2015 da una scogliera a Brighton. Era sotto l’effetto di Lsd, aveva solo 15 anni. «Questo tour è come una comunione di massa. È qualcosa di straordinario, di religioso», ha raccontato il cantautore australiano alla vigilia di questa nuova epopea live, che lo vede per la prima volta nudo davanti al pubblico dopo quel lutto devastante. E certamente la commozione stringerà tutti i fan al cospetto di nuove odi solenni e dolorose, come I Need You, in cui Cave pare quasi cantare piangendo. Sul palco del Palalottomatica, però, torneranno alla ribalta alcuni classici della sua carriera ultratrentennale, che lo ha proiettato dalle cantine di Melbourne al proscenio internazionale. E per celebrare l’eterno incanto delle sue liturgie rock, non potevano mancare i suoi sodali di sempre, i Bad Seeds, rappresentati nell’occasione da Warren Ellis (già violinista dei Dirty Three), Martyn Casey, Thomas Wydler, Jim Sclavunos, Conway Savage e George Vjestica e Larry Mullins. Mentre si moltiplicano i libri e i film che ne accompagnano le gesta musicali - l’ultimo, One More Time With Feeling di Andrew Dominik, ha raccontato proprio la realizzazione di Skeleton Tree - Cave continua ad affascinare con la forza magnetica del suo carisma. Dal debutto insieme ai leggendari Birthday Party fino alla sua inesorabile affermazione da solista, l’autore di inni immortali come The Carny, The Mercy Seat, The Weeping Song e Do You Love Me? ha attenuato progressivamente il fervore indemoniato degli esordi in favore di un approccio più meditato e cantautorale. Ma sul palco lo spirito indomito di King Ink è pronto a scatenarsi ancora. riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Novembre 2017, 14:12
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