Roma, code all'Inps: gente in fila sotto pioggia e neve, arrivano i carabinieri

Centinaia in coda davanti all'Inps sotto pioggia e gelo: esplode la rabbia, arrivano i carabinieri

di Elena Panarella
Code lunghissime e tanta rabbia all’Inps di via Longoni. «Ogni giorno da mesi la situazione è sempre la stessa», è lo sfogo corale di chi attende per ore (in piedi) di entrare negli uffici sulla Prenestina. Anziani, donne in gravidanza, disabili e tante altre persone accalcate al freddo e al gelo. «Non ci lasciano nemmeno andare in bagno - si sfoga un signore con i capelli bianchi e un cappello - è una vergogna».
 
 

Nell’avviso datato 31 ottobre 2017, è scritto a chiare lettere che «a causa di comprovate ragioni di sicurezza e in attesa dell’effettuazione dei lavori, al fine di evitare un sovraffollamento non possono essere ricevute più di 40 persone nell’edificio». Questo comporta inevitabilmente che all’esterno si formi ogni giorno «una fila di decine e decine di persone, tra cui numerosi anziani, che debbono aspettare in piedi per più ore, esposte al freddo, al vento e alla pioggia prima di poter entrare negli uffici», spiega uno dei tanti utenti. Ma allora «se la struttura non è idonea o non ci sono spazi adeguati, bisogna prendere provvedimenti». 

LA RABBIA «Due ore in coda con dolori forti alle ginocchia senza avere la certezza di riuscire ad entrare. Ma le sembra possibile?», si sfoga una signora sulla settantina. «I numeri per poter conferire con gli impiegati vengono dati all’interno dell’edificio solo fino alle 12 - gli fa eco Emilio G., anche lui in attesa di arrivare al bancone - per cui può succedere, come peraltro è successo a me ieri, di fare la fila per più di un’ora inutilmente e di dover poi tornare il giorno dopo». Ovviamente la fila non si conclude all’esterno dell’edificio: «Una volta entrati e preso il bigliettino, bisogna affrontare all’interno una seconda fila di mezz’ora circa, ma almeno questa avviene al riparo e al caldo, con la possibilità di sedersi e di poter andare al gabinetto». «Una realtà triste e molto spiacevole - aggiunge - soprattutto per chi ha lavorato tanti anni e poi si trova a dover subire tutto questo solo per poter consegnare un documento». «Ogni giorno c’è bisogno dell’intervento delle forze dell’ordine», si sfogano. E ieri è toccato (per l’ennesima volta) ai carabinieri. «L’esasperazione e la sensazione di abbandono è davvero tanta - dice Anna E., 48 anni, al terzo giorno in coda nel tentativo di entrare - intere mattinate di lavoro perse». È un’attesa snervante. Un’attesa di gente sbuffa, guarda orologi, si muove nervosamente. Un’attesa che «ti porta a perdere la pazienza». E domani si ricomincia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Febbraio 2018, 19:50
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