Stazione Centrale, nulla è cambiato: il bivacco è continuo

Stazione Centrale, nulla è cambiato: il bivacco è continuo

di Simona Romanò
Un dormitorio a cielo aperto. È quello che è diventata, anche quest'estate, la Stazione Centrale dove decine di migranti trascorrono la notte in strada. 

La Centrale è un biglietto da visita di Milano per migliaia di turisti che ogni giorno arrivano e il primo impatto è un'immagine di degrado. In piazza Duca d'Aosta ci sono le camionette dell'esercito, mentre la polizia pattuglia la zona, ancora di più dopo l'accoltellamento lunedì scorso di un agente per mano di un clandestino della Guinea, rimpatriato fra le polemiche. Ma i bivacchi, a pochi passi dai militari, non si contano: i rifugiati si tolgono la maglietta e si lavano alle fontanelle, occupano le panchine di marmo vicino alle entrate della Stazione, dove sedersi per i viaggiatori è impossibile, dormono a terra, sui cartoni, con i sacchi a pelo consunti, sopra teli o giornali. Si accampano in piccoli gruppi nelle aiuole di via Ferrante Aporti, sotto i portici di via Filzi, nei giardini in piazza Luigi di Savoia oppure sotto la Mela di Pistoletto. 

«Per le donne, i bambini e i minori non accompagnati, ogni notte mettiamo a disposizione i posti necessari», spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, che gestisce l'hub di via Sammartini. Ma per gli uomini, resta solo il marciapiede. Sono tanti e per loro non s'intravede un futuro. Hanno quasi tutti il foglio di via in tasca, spesso sono arrivati direttamente dal Sud, dopo il viaggio in barcone; sono invece pochi quelli con il diniego alla richiesta di protezione politica, «perché hanno paura di una retata e quindi preferiscono spostarsi in altri quartieri meno sorvegliati», spiegano i volontari che li assistono. Quanti sono i fantasmi della Centrale? Oltre 1600. A giugno ne sono stati ospitati in Sammartini 200. 
Niente, rispetto la galassia di persone senza nome.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Luglio 2017, 09:43
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