Ciclisti indisciplinati, poche multe. mancano le targhe

Ciclisti indisciplinati, poche multe: mancano le targhe

di Simona Romanò
Pedalano sui marciapiedi, attraversano sulle strisce senza scendere dalle bici, viaggiano sulla corsia dei bus. Sono i ciclisti indisciplinati, difficilmente sono multati. Motivo? Le biciclette sono sprovviste di targa, quindi devono essere fermate e punite nel momento dell’infrazione. Pressoché impossibile bloccarle per un vigile, a patto di un improponibile inseguimento.

Ecco perché anche gli amanti del pedale più spericolati la fanno (quasi) sempre franca: da gennaio ad oggi la polizia locale ha staccato solo 125 contravvenzioni. Di queste, 38 sono per la circolazione in mezzo alla carreggiata, 13 sul marciapiede, 6 perché hanno ignorato pericolosamente i divieti di accesso, 9 per il passaggio con semaforo rosso. Numeri irrisori considerato il boom dei ciclisti. Infatti, non per caso è boom di incidenti che li vede implicati: in 9 mesi circa 580, di cui 4 mortali. L’ultimo il 5 settembre quando un 73enne è stato travolto con la sua bici da un mezzo Amsa. Altrettanti elevati i sinistri (107) dove sono coinvolte esclusivamente le due ruote, o per una caduta accidentale o un urto contro un ostacolo.

Da qui l’appello dell’assessora alla Sicurezza Carmela Rozza, che richiama «al rispetto delle norme, nessuno escluso»: «Tutti gli utenti della strada, devono seguire le regole di sicurezza per proteggersi e tutelare gli altri».
Come controllare i ciclisti scatenati? «A livello personale sono favorevole alle targhe - sottolinea Rozza - ma il tema non è stato affrontato in giunta. Sarebbero così più responsabilizzati e sarebbe più facile sanzionarli, anche per porre un freno al parcheggio selvaggio del bike sharing in free floating con l’amministrazione che s’impegna a risolvere il problema delle rastrelliere carenti».

Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Ottobre 2017, 23:30
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