Ema, missione a Bruxelles: Sala, Maroni e Lorenzin promuovono la candidatura di Milano
di Elisa Straini
Dal Pirellone, messo a disposizione come sede, alle eccellenze nel settore della ricerca. E poi i collegamenti aerei, gli istituti internazionali di formazione che potrebbero accogliere i figli dei circa 900 dipendenti, fino allo stile italiano con il cibo e le bellezze del territorio. Un dossier competitivo, ripetono sia Sala che Maroni. E Milano, ha assicurato il sindaco, «è prontissima ad accettare la sfida» come già fatto ad esempio con Expo.
Resta la preoccupazione, ribadita anche ieri «che prevalga qualche inciucio politico» e che vengano favorite candidate sulla carta meno idonee.
«Confidiamo - ha affermato Maroni - che la decisione sarà presa sulla base del contenuto del dossier di candidatura e non sulla base di valutazioni di altro tipo, rischio che corriamo e per scongiurare il quale siamo qui, sia una scelta tecnica e non di geopolitica». La competizione, ha riconosciuto anche la ministra Lorenzin, «è durissima, ma Milano ha una marcia in più e l'Italia sarà in pole position. Se così non fosse significherebbe che non sono stati presi in considerazione i requisiti tecnici».
Diciannove le candidate tra cui Amsterdam, Atene, Barcellona, Bratislava (quella che fa più paura), Bucarest, Varsavia, Stoccolma e la stessa Bruxelles. La decisione finale la Ue la prende a novembre. Ma già il 30 settembre c'è un prima valutazione.
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Settembre 2017, 10:00
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