"Dobbiamo saper accogliere", ecco la prima omelia del nuovo arcivescovo Mario Delpini

"Dobbiamo saper accogliere", ecco la prima omelia del nuovo arcivescovo Mario Delpini

di Simona Romanò
«Dobbiamo essere disposti all'accoglienza, aiutando con comprensione e perdono». È il monito del nuovo arcivescovo di Milano Mario Delpini che ieri, giorno dell'ingresso ufficiale in Diocesi, ha pronunciato in Duomo la sua prima omelia.

Ha parlato «di fratellanza fra gli uomini di tutte le fedi e di solidarietà nei confronti degli ultimi, dei più poveri». Il successore di Angelo Scola, che ama ancora essere chiamato don Mario, si è rivolto ai seimila fedeli in Cattedrale arrivati in pullman da tutta la Lombardia, ai giovani degli oratori, che l'hanno accolto con un fragoroso applauso, alle migliaia di famiglie che lo attendevano sul sagrato, che era blindato con gli agenti impegnati in controlli antiterrorismo ferrei. La piazza è stata transennata, la stazioen della metro chiusa, tutti sono stati controllati con il metal detector.

Delpini ha scelto di insediarsi in modo sobrio, ascoltando così gli insegnamenti di Papa Francesco, anche se il rito è antico e gli ha lasciato poca scelta: ha stretto le mani delle persone, assiepate dietro le transenne; ha sorriso ai ragazzini, mostrando di voler davvero essere il prete della quotidianità, che non vuole rinunciare alla sua bicicletta per girare in città ed è sicuramente poco incline alle stanze del potere. Infatti, non ha seguito le orme del cardinale Dionigi Tettamanzi, che andò subito a parlare davanti a Palazzo Marino. Ha preferito, di buon mattino, recarsi nel carcere di Opera per dire messa davanti ad una platea di detenuti.

Alle 16 è arrivato alla basilica di Sant'Eustorgio, la chiesa dei primi martiri cristiani, dove, accolto dal sindaco Giuseppe Sala, ha benedetto 200 catecumeni ai quali ha raccomandato «di uscire dalla chiesa e di entrare in città per andare incontro a tutti». Poi, lo spostamento in Duomo dove lo attendeva Scola per il formale passaggio di consegne. Quindi la sua prima omelia, nella quale ha parlato agli islamici con «la speranza di percorsi condivisi», perché - ha detto - «siamo tutti fratelli e sorelle».
Si è rivolto anche alle autorità presenti - dal prefetto Luciana Lamorgese al governatore Roberto Maroni - chiedendo «un'alleanza per sentirci dalla stessa parte». Ha conquistato, con i suoi atteggiamenti semplici, il cuore dei fedeli. «È umano e saprà guidarci», il parere di molti fedeli.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Settembre 2017, 08:53
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