Vesuvio, l'ultima beffa degli incendi. Trovati resti dell'antica funicolare

Vesuvio, l'ultima beffa degli incendi. Trovati resti dell'antica funicolare

di Rosa Palomba
Lo «sterminator Vesevo» ha perso anche l'ultima ginestra. La cenere che nei giorni scorsi ha mostrato un vulcano lunare, ha lasciato posto a uno scenario carbonizzato con vista su territorio distrutto. I turisti stranieri sono disorientati. Rapiti dal panorama stupefacente; esaltati dalla possibilità di camminare su uno fra i crateri più pericolosi e più monitorati al mondo; inorriditi dalla devastazione. Qualcuno, accelera la visita e anticipa la discesa. Dall'alto, si vedono infatti due focolai. Altri due, dopo gli oltre venti roghi che a luglio hanno appunto divorato più di cento ettari di Macchia mediterranea, e la gran parte della riserva naturale.

Due elicotteri lanciano acqua. Un brutto film già visto, con programmazione annuale: luglio e agosto. I due incendi ieri mattina hanno di nuovo coinvolto i versanti di Torre del Greco ed Ercolano. L'attenzione è alta. La paura anche. Le fiamme vengono rapidamente domate; ma sterpaglie, rifiuti, e vegetazione secca, sono una minaccia: sotto la lettiera dei boschi il fuoco cova e la situazione può degenerare. Una camionetta dell'esercito e due mezzi dei vigili del fuoco intervengono veloci. Il fatto che non ci sia vento è di buon auspicio. L'obiettivo è scongiurare che il cerchio di fuoco torni a colpire l'area protetta e lambisca le abitazioni dei tredici Comuni a ridosso del vulcano.

Nelle pinete bruciate, ormai senza più rovi, rami, boschi, emergono i reperti della decennale malagestione. La Fiat 1100 di colore grigio abbandonata lì almeno cinquant'anni fa, e perfino la ruota della vecchia funicolare. Ancora più datata della vecchia autovettura. Funiculì Funiculà, simbolo di Napoli, altro scempio.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Agosto 2017, 09:51
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