Migranti, anche i vescovi attaccano Renzi: "Aiutarli a casa loro non basta"
di Alessandra Severini
Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino ha espresso tutte le sue perplessità: «Se non si dice come e quando e con quali risorse precise aiutarli, la frase rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità». I vescovi italiani più volte hanno richiamato i Paesi ricchi alle proprie responsabilità, sottolineando il valore dell'accoglienza. E non piace a Galantino la fumosa distinzione fra coloro che scappano dalla guerra e coloro che scappano dalla povertà. Distinguere tra profughi di guerra e migranti economici «è come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica».
Renzi ha precisato che la sua frase ha un obiettivo ben preciso: «Aumentare la cooperazione, dando i denari a chi opera in Africa, facendo investimenti energetici». Una precisazione che piace al segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin: «Il discorso è valido, dobbiamo aiutare veramente questi paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più forzata, ma sia libera». L'emergenza intanto non si arresta: solo mercoledì sono stati salvati circa 4.000 migranti e si attendono per le prossime ore oltre 7.000 profughi attualmente a bordo di dieci navi in rotta verso porti italiani.
Per fermare il traffico di esseri umani, il ministro dell'Interno Minniti ha incontrati 13 sindaci del Sud della Libia. A loro ha chiesto di contrastare l'attività dei trafficanti, promettendo in cambio il sostegno a progetti di sviluppo sul territorio. Il premier libico Fayez Al Sarraj, da parte sua, gli ha garantito che la Libia farà tutto il possibile per arginare il flusso di disperati.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Luglio 2017, 08:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA
