Marco Vannini, la mamma: "Sto male, voglio giustizia ma i Ciontoli non diranno mai la verità"

Marco Vannini, la mamma: "Sto male, voglio giustizia ma i Ciontoli non diranno mai la verità"
«La perdita di mio figlio è un vuoto incolmabile. A questo dolore si aggiunge anche quello di una verità e una giustizia che finora ci sono state negate». Marina Conte è la mamma di Marco Vannini, il ventenne che ormai due estati fa fu ferito a colpi di arma da fuoco e lasciato morire come se niente fosse all'interno della casa della famiglia della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli (Roma).



Fu Antonio Ciontoli, il papà della ragazza, un ex agente dei servizi segreti, a sostenere di aver premuto il grilletto della Calibro 9 che ha ferito Marco. Un carabiniere, però, nel corso del processo ha rivelato: «Mi confessò, dopo l'omicidio: 'Se parlo, inguaio mio figlio'». È stato quindi Federico Ciontoli, il fratello di Martina, a sparare? Resta il fatto che Marco fu ferito e i soccorsi non solo non furono allertati in tempo, ma addirittura la prima chiamata al 118 si era risolta con un 'presunto errore', giustificato con un 'eccessivo allarmismo' che avrebbe spinto la famiglia Ciontoli a chiamare un'ambulanza.



«Non è tanto il ferimento, ma il fatto che lo abbiano lasciato morire. Se i soccorsi fossero arrivati in tempo, forse Marco ora sarebbe vivo» - si sfoga Marina alla rivista Giallo - «Ormai vivo di ricordi, sto malissimo, sono in cura da uno psichiatra e ogni volta che torno al mare in Sardegna rivedo Marco bambino, con la sua testolina bionda, che esce dall'acqua. Fa male, ma è l'unico modo per 'rivivere' mio figlio. Mentre io soffro, gli assassini di mio figlio si divertono e vanno in vacanza».



Sulla vicenda ci sono fin troppe ombre. Tantissimi i dubbi: chi ha sparato a Marco e perché? Perché i soccorsi furono allertati solo alcune ore dopo, costringendo il ragazzo alla dolorosa e fatale agonia? Perché la famiglia Ciontoli ha mostrato un'incredibile omertà? Sono, d'altronde, tutti i demoni che da quel maledetto 17 maggio 2015 affliggono mamma Marina. La donna chiede giustizia e verità, ma è pessimista: «Quella famiglia è molto unita, sembra un branco, ripeteranno di nuovo lo stesso copione a memoria. Mi chiedo: anche i Ciontoli sono genitori, come hanno potuto? Sono delusa soprattutto da Martina, se avesse detto la verità l'avrei accolta in casa come una figlia. Diceva di amare Marco e di volerlo sposare, ma l'ha dimenticato troppo in fretta e ora vuole ingannare tutti».



Il processo, intanto, è ancora in corso. La prossima udienza, presso il tribunale di Roma, è prevista per il prossimo 23 ottobre. Antonio Ciontoli, la moglie Maria, i figli Martina e Federico sono accusati di concorso in omicidio, mentre Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, è indagata per omissione di soccorso dal momento che anche la ragazza si trovava in casa la sera dell'omicidio. La rabbia e l'amarezza rendono la povera mamma di Marco inconsolabile: «Mi domando giorno e notte perché Marco sia stato lasciato morire.
Una risposta me la sono data: se fosse sopravvissuto, Marco avrebbe potuto raccontare la verità sul perché gli avevano sparato. A quel punto hanno preferito che morisse...
».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Marzo 2023, 13:24
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