Igor accetta l'estradizione: "Ero in Spagna da settembre". Catturato vivo perché era svenuto

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"Igor" ha risposto in italiano alle domande del giudice spagnolo Carmen Lamela e ha accettato, non opponendosi al mandato di arresto europeo, di essere consegnato in Italia per essere processato per gli omicidi commessi ad aprile tra Bolognese e Ferrarese. Secondo quanto filtra da ambienti investigativi italiani l'eventuale consegna, è emerso sempre dall'udienza di convalida in Aragona, avverrà dopo i processi per i tre omicidi in Spagna del 14 dicembre.

Nell'interrogatorio cui è stato sottoposto stamani Norbert Feher, il serbo 36enne arrestato in Spagna per tre omicidi e ricercato in Italia per altri tre delitti ha detto di essere in Spagna da settembre. È quanto si apprende dell'udienza di convalida di "Igor", arrestato nella provincia di Teruel, che si è tenuta in videoconferenza davanti al giudice iberico Carmen Lamela. Sull'affermazione verranno fatti accertamenti. L'udienza si è tenuta nel tribunale di Alcaniz, nella provincia di Teruel dove stati commessi gli omicidi. In videoconferenza lo ha interrogato il giudice dell'Audiencia Nacional di Madrid, competente - come in Italia le Corti di Appello - per i mandati d'arresto europei come quello emesso nei confronti del killer di Budrio e Portomaggiore. 'Igor' avrebbe aggiunto che da settembre in avanti, cioé da quando a suo dire si trova in Spagna, non ha lavorato. Gli investigatori ritengono che nell'ultimo mese sia stato tra Valencia e la zona dell'Aragona in cui è stato arrestato, un'area in cui sono stati segnalati diversi furti in casolari agricoli, di prosciutti o altri generi alimentari. La Guardia Civil stava cercando una banda di romeni, ma il responsabile potrebbe essere lo stesso Feher. Ora anche questi elementi saranno condivisi tra i carabinieri e le forze di polizia spagnole.

Igor è stato preso vivo perché era uscito di strada con il pick-up che aveva appena rubato ed è svenuto. È questa la ricostruzione ufficiale fornita dagli investigatori spagnoli ai carabinieri italiani sulla dinamica dell'arresto, avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 dicembre, di Norbert Feher alias Igor Vaclavic. Il serbo di 36 anni è accusato di sei omicidi tra l'Italia e la Spagna. Feher è stato catturato in Aragona, nel comune di Cantavieja alcune ore dopo aver ucciso a El Ventorillo un allevatore e due agenti della Guardia Civil che stavano indagando su alcune rapine commesse nei giorni precedenti. Quando si era trovato di fronte i due agenti e si è visto braccato, "Igor" ha fatto fuoco e ha ucciso, come era successo in Italia con la guardia ecologica volontaria Valerio Verri, di pattuglia l'8 aprile nelle valli del Mezzano (Ferrara). Se non fosse svenuto, sono convinti gli investigatori, avrebbe continuato a lottare con le armi: aveva con sé due pistole e altre due le aveva rapinate agli agenti.

«Preoccupato di che? Ho fatto tutto quello che potevo per aiutare gli inquirenti», ha intanto detto, rispondendo all'Ansa che lo ha contattato via Facebook, Luigi Scrima, ex compagno di carcere in Italia di Feher. Scrima, residente a Lugo (Ravenna), risulta essere una delle persone monitorate in questi mesi dagli investigatori che davano la caccia a "Igor". Proprio seguendo le tracce di Scrima, che non sarebbe indagato, erano arrivati in Spagna, a Malaga, anche se non è chiaro che tipo di contatti avesse il romagnolo nella città iberica né che collegamento ci sia con Feher, catturato in Aragona. «Non voglio saperne nulla», si limita ad aggiungere Scrima sulla chat.

Intanto continuano le indagini sui suoi "fiancheggiatori" e un aiuto potrà arrivare dal materiale informatico sequestrato al momento dell'arresto.
Nel mirino una decina di persone, tra cui anche sei italiani. L'obiettivo è anche capire quando e come il latitante abbia raggiunto la Spagna: tra le ipotesi, per ora poco più che una suggestione, quella che abbia fatto un tratto di viaggio su un pullman per pellegrini.

Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Dicembre 2017, 18:20
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