Cannavaro finisce nei guai: alla sbarra per l'Iva dimezzata per lo yacht

Cannavaro finisce nei guai: alla sbarra per l'Iva dimezzata per lo yacht

di Leandro Del Gaudio
Dichiarazione fraudolenta, in relazione alla gestione di uno yacht intestato a una società di charter, è l'accusa costata il rinvio a giudizio di Fabio Cannavaro. Saranno i giudici della undicesima sezione penale del Tribunale di Napoli, a partire dal 24 ottobre a prendere in esame un caso nato dall'analisi del materiale fiscale legato ai rapporti tra l'ex calciatore e una società di charter. Stando all'accusa, l'ex capitano della nazionale campione del mondo avrebbe detratto dalla sua società tre fatture, un'operazione che per la Procura non può essere ritenuta lecita, dal momento che - scrivono gli inquirenti - quella barca era usata per uso esclusivamente personale. Una vicenda controversa, su cui l'ex difensore azzurro promette battaglia. Difeso dal penalista napoletano Luigi Petrillo, Cannavaro ha sempre rivendicato la correttezza della propria condotta, specie in relazione all'uso di quella imbarcazione finita al centro delle indagini. E non è tutto. Stando a quanto emerso finora, Riesame e Cassazione hanno annullato il sequestro firmato dal gip, restituendo ottocento dei novecentomila euro che erano stati bloccati nella fase iniziale delle indagini.

Gup Ferrigno, quello di Cannavaro non è l'unico provvedimento adottato. Ieri si è discusso anche del caso legato ad un'operazione commerciale chiamata «immobiliare Belvedere» (rispetto alla quale Cannavaro va ritenuto del tutto estraneo): va a giudizio Carlo Simeoli (difesi dai penalisti Domenico Della Gatta e Alfredo Baldascino), nel corso di un filone delle indagini che riguarda operazioni sospette e riciclaggio; e l'imprenditore napoletano Riccardo Imperatrice (difeso dall'avvocato Salvatore Nugnes). Per loro, il processo avrà inizio dinanzi all'undicesima penale, il prossimo 24 ottobre. Ha scelto invece la strada dell'abbreviato condizionato ad ascoltare un testimone, il generale della finanza Giuseppe Mango, in relazione a una ipotesi di rivelazione di atti coperti da segreto d'ufficio. Per lui il gip dovrà decidere se accordare o meno la richiesta avanzata ieri mattina. Difeso dall'avvocato Domenico Ciruzzi, il generale ha sempre rivendicato la trasparenza del proprio ruolo di ufficiale e può contare sui provvedimenti con cui gip e Riesame hanno rigettato la richiesta di interdizione avanzata dalla Procura. Inchiesta coordinata dal pm anticamorra Fabrizio Vanorio, sono 17 i nomi degli imputati (tra quelli che hanno scelto l'abbreviato e l'ordinario), difesi - tra gli altri - dai penalisti Ilaria Criscuolo, Michele Liguori, Virgilio Marino, Francesco Picca, Maurizio Sica, Paolo Generoso Roca, chiamati a rispondere di un'ipotesi di riciclaggio in una operazione imprenditoriale di ampio respiro.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Novembre 2017, 20:32