Timbravano al posto dei colleghi: condannati 40 dipendenti comunali

Timbravano al posto dei colleghi: condannati 40 dipendenti comunali

di Enrico Ferrigno
Impiegati comunali assenteisti: 40 condanne e 20 assoluzioni di cui solo 4 per non aver commesso i reati contestati. Per i restanti 16 non è scattata la sanzione solo perchè il giudici hanno ritenuto che il reato commesso fosse «tenue», non particolarmente dannoso, cioè, per la pubblica amministrazione. Si è conclusa così l’indagine battezzata dagli investigatori «Fuori dal Comune» che nel 2013 coinvolse originariamente ben 62 dipendenti del Comune di Acerra (di cui poi uno prosciolto nella fase istruttoria e un altro deceduto) accusati di aiutarsi nel marcare i badge per coprire ritardi e assenze dal lavoro. A leggere il dispositivo della sentenza, ieri pomeriggio in una fredda aula del Tribunale di Nola, è stato il giudice monocratico Anna Imparato. I 40 dipendenti pubblici riconosciuti colpevoli rischiano il licenziamento: a decidere sul loro destino lavorativo sarà adesso la commissione disciplinare comunale, che dopo aver completato la fase istruttoria aveva sospeso i propri lavori in attesa degli esiti del processo. 

Le condanne erogate dai giudici nolani vanno dai 10 agli 8 mesi di carcere, con multe che oscillano dagli 800 ai 400 euro. Per quattro dipendenti comunali, in particolare, il giudice Imparato ha concesso il beneficio della sospensione della pena condizionandolo però allo svolgimento di attività non retribuite in favore dell’ente locale. In pratica, i quattro dovranno, se vogliono evitare il carcere, lavorare gratis per 10 giorni nel momento in cui la sentenza passerà in giudicato. Inoltre i 40 impiegati condannati dovranno versare una provvisionale di 5000 euro e risarcire al Comune 3100 euro per le spese processuali sostenute.

Poco più di una settimana fa la procura nolana aveva chiesto ben 76 anni di carcere per i 60 dipendenti comunali di Acerra con pene che oscillavano dai 16 mesi a un anno di reclusione a secondo se gli episodi contestati fossero maggiori o minori di due. A rinviare a giudizio 61 dei 62 dipendenti del Comune di Acerra accusati di marcare reciprocamente i badge per coprire ritardi ed assenze dal lavoro fu a marzo di due anni fa il Gup di Nola Martino Aurigemma. Ci vollero oltre 7 ore di camera di consiglio al termine delle quali Aurigemma accolse, dopo ben sei tra udienze e rinvii, la quasi totalità delle richieste avanzate in precedenza dal gip Paola Borrelli. L’unica posizione archiviata dal giudice per l’udienza preliminare fu quella di un vigile urbano ritenuto estraneo alla truffa.

Successivamente, un altro impiegato sotto inchiesta si ammalò e morì. Dai controlli effettuati dai poliziotti del commissariato locale all’epoca diretto dal vicequestore Vincenzo Gioia, nella primavera del 2013 venne appurato il giro di presenze o uscite timbrate al posto dei colleghi assenti. Un malcostume evidenziato anche durante il blitz messo in atto dalla polizia a giugno di tre anni fa. Fu in quell’occasione che una ventina di dipendenti furono sorpresi a varcare frettolosamente i cancelli d’ingresso del Municipio. Altri 15 addirittura risultarono assenti. Ma è dalle immagini fornite dalle telecamere che gli inquirenti dedussero le maggiori indicazioni che portarono al rinvio a giudizio per 61 dipendenti (su di un totale di oltre 270 in servizio) accusati a vario titolo di truffa. Per 13 impiegati, la cui posizione fu ritenuta particolarmente grave, fu addirittura disposto l’obbligo di firma presso il locale commissariato di ps, successivamente revocato dal tribunale del Riesame.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Febbraio 2018, 10:38
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