Siviglia, magia andalusa

Siviglia, magia andalusa

di Veronica Timperi

Flamenco, tapas, corrida, feste, e l’architettura neoclassica che si fonde armoniosamente con quella moresca. Tutto questo e molto di più è Siviglia, città andalusa che incarna perfettamente l’essenza della Spagna e metà amata dai turisti che qui trovano un clima mite quasi tutto l’anno, fatta eccezione che in estate, quando la colonnina di mercurio sfiora i 48 gradi. Le stradine strette, i vicoli che ricordano le città del vicino Marocco, i mudejár,i maestosi monumenti e la festosa allegria degli artisti di strada che intonano canzoni flamenche, regalano a Siviglia un fascino particolare che strega il turista. Grazie ad un centro storico a misura d’uomo la città è visitabile a piedi o in bici (a seconda della stagione). La prima tappa, partendo proprio dal centro, sono i Reales Alcazares (Palazzi Reali), i monumenti più imponenti di Siviglia.
L’Alcazár, antica fortezza araba, è un grande esempio dell’architettura mudéjar con saloni, patii e giardini che creano un’affascinante combinazione di colori. Proprio accanto sorge il Palazzo di Carlos V che custodisce un’importante collezione di arazzi raffiguranti la conquista di Tunisi da parte del re. Da qui si accede ai giardini, esempio dell’unione dello stile arabo con quello rinascimentale e romantico. Di fronte all’Alcazár c’è la Cattedrale de Santa Maria di Siviglia, il più imponente monumento del mondo cristiano, dopo la Basilica di San Pietro, che fonde lo stile gotico e quello rinascimentale. Un tempo qui si ergeva la Moschea Mayor, abbattuta nel XV secolo, della quale si conservano alcuni resti del Patio de los Narajos e la Giralda. Quest’ultima è il simbolo di Siviglia, una torre campanaria alta 96 metri in stile Almohadi, che deve il suo nome alla statua della Fede (detta appunto Giraldillo) che la sovrasta e che gira su sé stessa in base alla direzione del vento. Tra i monumenti da non perdere c’è anche l’imponente Plaza de España, all’interno del Parque de Maria Luisa, costruita nel 1929 in occasione dell’Esposizione Iberoamericana, su progetto dell’artista sivigliano Gonzalez.
Decorata con mattoni, ceramiche e marmi colorati, la piazza ha un suo particolare simbolismo: la forma semicircolare richiama all’abbraccio della Spagna alle sue nuove colonie; le 58 panchine rappresentano tutte le province spagnole; il Palacio Español rappresenta il prestigio della potenza mondiale iberica e il corso d’acqua che la attraversa segna la rotta da seguire per raggiungere l’America. Coloro che tra un monumento e l’altro vogliono godere dell’autenticità sevillana devono passeggiare nel Barrio de San Bartolomé, un labirinto di stradine strette contornate da le vecchie case basse. Al di là del fiume Guadalquivir il colore è protagonista nel quartiere di Triana, che in origine era un barrio di marinai, operai, industriali e ceramisti. Oggi è uno dei luoghi più vivi della città, con bar e ristoranti alla moda. Passeggiare per le vie di Siviglia è come fare un viaggio nel tempo, in cui la cultura occidentale e quella araba non si scontrano, ma si uniscono, regalando al turista la sensazione che tutto sia possibile. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Ottobre 2017, 23:30
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