Giubileo, aperta la porta santa di Assisi.
Luogo simbolo, è la seconda tappa giubilare
«L'anno voluto da Papa Francesco, si intona a questa beatitudine evangelica. Non per un semplice tema di riflessione, ma perché siamo invitati a farne esperienza. Abbiamo bisogno di Misericordia. Ne abbiamo bisogno perché siamo peccatori», ha detto il Vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, durante l'omelia. «Il peccato - ha proseguito - ci abita e ci circonda. È fatto personale e comunitario, è responsabilità di ciascuno di noi, ma si coagula anche in strutture di peccato che pesano nella società come macigni e scoraggiano i nostri sforzi personali di conversione. Di peccati ormai è anche difficile parlare nella nostra società - osserva - ma la devastazione compiuta dal peccato è evidente, sono evidenti le guerre, il sangue che scorre, il degrado ambientale, il commercio delle armi, l'ingiustizia sociale, la speculazione finanziaria, la mancanza di attenzione ai malati e agli anziani, la chiusura nei confronti degli immigrati, lo sfascio delle famiglie, l'uccisione della vita fin nel grembo materno, lo sfruttamento dei lavoratori, la disoccupazione, si potrebbe continuare».
«Tutto questo - ha sottolineato il vescovo di Assisi - sta intorno a noi, ma anche dentro di noi. Non è lecito scaricare le responsabilità, il peccato sociale è il frutto del peccato di ciascuno di noi. Da dove dunque ricominciare?», si chiede. «Non c'è dubbio. Ciascuno da se stesso. L'anno della misericordia viene a dirci che questo è possibile. La grande tentazione che tutti potremmo sperimentare, e dietro di cui ci potremmo nascondere, è lo scoraggiamento. Potremmo persino dubitare dell'amore e del perdono di Dio». «Papa Francesco - conclude - è venuto a ricordarci questa verità che è il cuore stesso del Vangelo. Dio ci ama, ci ama di un amore che non conosce misura e che non si arrende di fronte a qualsiasi peccato, ci aspetta a braccia aperte».
Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Dicembre 2015, 13:11
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