Giubileo, aperta la porta santa di Assisi.
Luogo simbolo, è la seconda tappa giubilare

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Aperta la Porta Santa della Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi. A dare così il via al Giubileo della Misericordia sono stati il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, e il frate più anziano della comunità francescana, padre Vladimiro Penev. Tanti i pellegrini presenti da ogni parte del mondo. Il Giubileo della Misericordia coincide con gli 800 anni dalla proclamazione di quello che è conosciuto come il «Perdono di Assisi». La città di Francesco rappresenta uno dei luoghi simbolo di questo Anno Santo anche perché considerata seconda tappa giubilare.

«L'anno voluto da Papa Francesco, si intona a questa beatitudine evangelica. Non per un semplice tema di riflessione, ma perché siamo invitati a farne esperienza. Abbiamo bisogno di Misericordia. Ne abbiamo bisogno perché siamo peccatori», ha detto il Vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, durante l'omelia. «Il peccato - ha proseguito - ci abita e ci circonda. È fatto personale e comunitario, è responsabilità di ciascuno di noi, ma si coagula anche in strutture di peccato che pesano nella società come macigni e scoraggiano i nostri sforzi personali di conversione. Di peccati ormai è anche difficile parlare nella nostra società - osserva - ma la devastazione compiuta dal peccato è evidente, sono evidenti le guerre, il sangue che scorre, il degrado ambientale, il commercio delle armi, l'ingiustizia sociale, la speculazione finanziaria, la mancanza di attenzione ai malati e agli anziani, la chiusura nei confronti degli immigrati, lo sfascio delle famiglie, l'uccisione della vita fin nel grembo materno, lo sfruttamento dei lavoratori, la disoccupazione, si potrebbe continuare».

«Tutto questo - ha sottolineato il vescovo di Assisi - sta intorno a noi, ma anche dentro di noi. Non è lecito scaricare le responsabilità, il peccato sociale è il frutto del peccato di ciascuno di noi. Da dove dunque ricominciare?», si chiede. «Non c'è dubbio. Ciascuno da se stesso. L'anno della misericordia viene a dirci che questo è possibile. La grande tentazione che tutti potremmo sperimentare, e dietro di cui ci potremmo nascondere, è lo scoraggiamento. Potremmo persino dubitare dell'amore e del perdono di Dio». «Papa Francesco - conclude - è venuto a ricordarci questa verità che è il cuore stesso del Vangelo. Dio ci ama, ci ama di un amore che non conosce misura e che non si arrende di fronte a qualsiasi peccato, ci aspetta a braccia aperte».

Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Dicembre 2015, 13:11
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