Salvini apre al governo con M5S: "​Escluso il Pd tutto è possibile". E in serata telefona a Di Maio

Salvini apre al governo con M5S: "Escluso il Pd tutto è possibile". E in serata telefona a Di Maio
Telefonata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. A quanto apprende l'Adnkronos il leader della Lega, come annunciato oggi davanti alla stampa estera, ha chiamato il leader del M5S Luigi Di Maio per parlare della questione relativa alla elezione dei presidenti di Camera e Senato.

«Lavoriamo per un governo con una solida maggioranza politica, non recuperando questo o quel transfuga. Stiamo lavorando a un programma da offrire al Parlamento e a tutti gli altri. Non ho la smania di fare il presidente del Consiglio a tutti i costi: farò tutto quello che è umanamente e democraticamente possibile per rispettare il mandato degli elettori. Non sono disponibile a partecipare a un governo a ogni costo per fare il ministro per qualche mese», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini alla stampa estera. «Voglio mantenere fede agli elettori - ha continuato rispondendo a chi gli chiedeva se sia possibile un governo con il M5S - lavoreremo nelle prossime settimane per trovare una maggioranza. Escludo che ci sia il Pd. Di tutto il resto parleremo nelle prossime settimane. Fatto escluso il Pd tutto è possibile».

«Io ho il mandato della coalizione a sentire gli altri segretari di Partito per le Presidenze delle Camere: ci parlerò entro oggi. I ragionamenti sugli organismi di garanzia sono slegati da ragionamenti sul governo», ha detto Salvini.



Tra lei e Di Maio c'è una contesa sui ruoli? «Non mi interessa chi vince - ha risposto il leader della Lega - abbiamo un programma e chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi a cancellare la legge Fornero, a ridurre le tasse al 15%, a rendere l'Italia più federale e meno burocratica. Se ci sono altri suggerimenti a partire da questo presupposto siamo ben contenti di accoglierli. Sui nomi e sui ruoli non ci sono pregiudizi di partenza, mi interessa il progetto: se c'è condivisione di progetto ragioniamo. 
Sento forte il dovere di tener fede al mandato di 12 milioni che hanno scelto il centrodestra e di quasi 6 milioni che hanno scelto la Lega: stiamo lavorando per dare un governo a questo Paese con un programma di centrodestra aperto ad arricchimenti, contributi e proposte ma non stravolgimenti. Sarebbe irrispettoso coinvolgere chi ha perso le elezioni e quindi no a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi, Minniti».

«Qualcuno mi ha fatto l'onore di fare il mio nome per la presidenza del Senato, mi riempie di gioia ma voi mi vedete come presidente del Senato?», ha poi chiesto Salvini, «Ho già in programma una decina di comizi ma come presidente del senato sarebbe complicato..Sono onorato ma voglio fare altro, la risposta è "no", nemmeno mia mamma ci avrebbe mai pensato, non è quello per cui mi sono impegnato e per cui mi hanno votato».​


«C'è l'accordo che l'indicazione che verrà fatta al presidente della Repubblica, se e quando verremo convocati, sarà quella di premier per Matteo Salvini come coalizione vincente delle elezioni e l'impegno sarà quello di lavorare per trovare i numeri perchè il governo esista; ma lo faremo come squadra, non come singoli, ma questa è l'ultima cosa che mi interessa, non rivendico la presidenza del consiglio è l'ultima mia preoccupazione», ha sottolineato Salvini.

«Se ci fosse la certezza che in quindici giorni si approva una legge elettorale con un governo stabile e un premio di maggioranza per la coalizione che vince, la approverei domattina.
Ma non voglio tenere in ostaggio i cittadini con un dibattito per un anno sulla legge elettorale. Se ci fosse la possibilità per una legge rapida, snella e che inserisce il premio di maggioranza la approvo domattina», ha detto Salvini.


«All'interno delle politiche fiscali escludiamo qualsiasi elemento di tasse o accise, la clausola di salvaguardia per l'aumento dell'Iva per noi non esiste - ha sottolineato Salvini - Anzi, nel primo consiglio dei ministri cancelleremo le sette più antiche accise che gravano sull'economia italiana, la più vecchia risale alla guerra di Etiopia sulla benzina».

«Vedo che qualche commissario dice che si deve non cambiare la politica immigrazione: un nuovo governo con Lega ovviamente cambierà le politiche sull'immigrazione».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Marzo 2018, 10:03
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