Orlando a Renzi: "Mai alleanze con Berlusconi". Guerini lo attacca

Orlando a Renzi: "Mai alleanze con Berlusconi". Guerini lo attacca

di Alessandra Severini
Dopo il confronto a distanza fra Matteo Renzi e Giuliano Pisapia, il dialogo fra Pd e le forze che si riuniscono intorno all'ex sindaco di Milano appare tutto in salita. La minoranza dem spinge per rifare un centrosinistra largo. Il ministro Andrea Orlando manda su tutte le furie i renziani tornando a invocare un referendum tra gli iscritti nel caso in cui, dopo le elezioni, si delinei «lo scenario inquietante» di un'alleanza con Berlusconi.

Lorenzo Guerini replica tagliente: «L'unico governo con Berlusconi il Pd l'ha fatto con Bersani segretario e Orlando dirigente: non ricordo quella volta un referendum tra gli iscritti». Renzi è molto infastidito dall'ennesimo spettacolo di un partito litigioso e spaccato. Proverà a placare le polemiche e siglare una «pax estiva» in vista della direzione di giovedì, ma non sarà facile. Anche i rapporti con Dario Franceschini sono ormai gelidi da giorni. Il segretario non ha comunque perso la speranza di avviare una dialogo con Giuliano Pisapia, che sembra meno ostile rispetto ai suoi stessi alleati di Mdp. Un incontro con Renzi potrebbe esserci dopo l'estate quando si ricomincerà a parlare di legge elettorale. Ma un netto no all'alleanza con Renzi arriva dai bersaniani che mandano un messaggio chiaro a Pisapia e anche agli ex compagni di partito: «La minoranza Pd deve scegliere tra la sinistra e Matteo».

Il dibattito sulle alleanze scuote anche il centrodestra. Il governatore della Liguria Giovanni Toti chiede a Silvio Berlusconi di dire parole chiare contro una possibile alleanza post elettorale con Matteo Renzi. «Un governo con il Pd non produrrebbe niente di utile, sarebbe paralizzato dai veti incrociati». Toti sta provando a mediare fra il Cav e il tandem Salvini-Meloni. Come Lega e FdI caldeggia una legge elettorale di tipo maggioritario, «che tenga insieme il centrodestra ed eviti gli eccessi leaderistici, consentendo soprattutto agli elettori di guardare in faccia coloro che vengono votati».

Difficile però che Berlusconi possa abbandonare l'idea di un proporzionale alla tedesca con sbarramento al 5% e premio di lista. Toti però sottolinea che non ha «nessuna intenzione di uccidere il padre. Il suo obiettivo» dice, è «convincere Berlusconi che il centrodestra ha bisogno prima di tutto di una squadra, non di un leader».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Luglio 2017, 08:57
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