Legge elettorale, il patto a quattro regge. Renzi attacca Pisapia: "Nessun inciucio"
di Alessandra Severini
La ripartizione dei seggi sarà frutto di un calcolo complicatissimo, con riparto proporzionale nei collegi e nelle circoscrizioni in cui viene diviso il territorio italiano. I bersaniani di Mdp attaccano M5S che «ha stretto un patto di ferro con Renzi e Berlusconi». Ma sono un po' tutti i piccoli partiti ad essere furiosi perché il testo Fiano definisce già i collegi riferendosi a quelli del 1993 per il Mattarellum e gli oppositori sostengono che in questo la legge è incostituzionale perché il riferimento è al Censimento del 1991 e non l'ultimo, come impone la Carta.
In aula sarà uno degli oggetti di polemica e anche di ostruzionismo con l'obiettivo di ritardare il più possibile l'approvazione del testo. Ma se il patto a quattro reggerà il sì alla legge elettorale è scontato. Contro le urne in autunno però si alzano sempre più autorevoli voci. Come quella di Romano Prodi, che chiede di approvare prima la legge di Bilancio. Giuliano Pisapia, che sta lavorando alla costruzione di una lista di centrosinistra, accusa il segretario di voler portare i dem dritti verso un governo di larghe intese con Berlusconi. A lui, Renzi risponde appellandosi al voto utile: l'unico modo per evitare le larghe intese è «votare il Pd, non i partitini».
Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Giugno 2017, 08:50
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