Il sogno olimpico di Milano: subito la sessione Cio 2019, poi i Giochi 2028

Il sogno olimpico di Milano: subito la sessione Cio 2019, poi i Giochi 2028

di Giammarco Oberto
Giochi a cinque cerchi, Milano si candida. Per ora, solo ad ospitare la sede della sessione del Comitato olimpico internazionale del 2019. E poi chissà, anche ad avere un'Olimpiade, magari quella del 2028. Perché sull'edizione dei Giochi 2024 l'Italia può mettere una pietra sopra, dopo che la giunta Raggi ha ritirato la candidatura di Roma. E ora il Coni cerca il riscatto a Milano.

«Quella di Roma è una ferita che non si potrà rimarginare - dice il presidente del Coni Gioavanni Malagò presentando la candidatura del capoluogo lombardo nella sede di via Piranesi, spalleggiato dal sindaco Sala e dal governatore Maroni - ma la partita non l'abbiamo giocata. E ora possiamo farla con compagni di cui sono orgoglioso».
Il primo passo è conquistare la sessione Cio del 2019, ovvero l'annuale assemblea generale a cui partecipano 38 membri permanenti e 39 onorari. La decisione sulla sede 2019 verrà presa il 17 settembre a Lima, in Perù. Se Milano ce la facesse - e qui l'ottimismo si spreca - per Sala sarebbe già un successo: «Sono molto contento, perché dal punto di vista del business ci sono diecimila notti in hotel in palio. E io penso ai miei concittadini, ai tassisti, ai commercianti, ai ristoratori».

Andare oltre, ovvero pensare a una seria candidatura per ospitare i Giochi, al momento è pura speculazione. Spiega Sala: «La città che si candida come sede della sessione del Cio non può candidarsi per le Olimpiadi. Quindi fino a settembre bisogna stare fermi». Niente 2024, quindi. Ma Maroni si vede già tedoforo: «Noi comunque candidiamo Milano e la Lombardia per le Olimpiadi del 2028. Mettiamo al lavoro, caro Sala». Che è più pragmatico: «Se fosse Parigi ad aggiudicarsi il 2024, non credo sia realistico immaginare una candidatura per Milano neanche per il 2032». Se invece vincesse Los Angeles, «allora ci penseremmo, e in fretta. Anche per il 2028». Tocca a Malagò raffreddare gli animi: «Ho il dovere di dire di aspettare un attimo. Non vorrei essere scortese, ma ho avuto sindaci di città come Palermo, Venezia, Bari, siciliani, calabresi che volevano candidare la loro città».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2017, 09:36
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