Delitto di Garlasco, nuove analisi: "Il dna sotto le unghie di Chiara non è di Alberto Stasi"

Garlasco choc: "Dna sotto le unghie di Chiara non è di Alberto Stasi"
La famiglia di Alberto Stasi, condannato per l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, chiederà la riapertura del processo sulla base dei risultati di una nuova perizia, secondo la quale le tracce di dna rinvenute sotto le unghie della ragazza non sono di Stasi. Lo riporta oggi il Corriere della Sera, precisando che la madre di Stasi, Elisabetta Ligabò, ha fornito al giornale i risultati di nuove analisi condotte dalla difesa.
 
 

In base alle nuove analisi, condotte da un genetista su incarico dello studio legale Giarda che si è affidato ad una società di investigazioni di Milano, quel dna dovrebbe essere di un giovane che conosceva Chiara Poggi. Alberto Stasi è detenuto nel carcere di Bollate da un anno. Oggi ha 38 anni, all'epoca dei fatti aveva 24 anni. Il 12 dicembre del 2015 la Cassazione ha confermato nei suoi confronti la condanna a 16 anni per omicidio, mettendo la parola fine a una vicenda processuale durata 14 anni, nel corso della quale Stasi è stato anche due volte assolto. Ora il caso potrebbe riaprirsi.

La mamma di Stasi presenterà un esposto per chiedere la revisione del processo sulla base di una prova che considera risolutiva per l' innocenza del figlio.

Le nuove indagini difensive sono partite dall'esito dalla perizia del tribunale relativa al dna trovato in piccoli frammenti sotto le unghie di Chiara che in un primo momento gli investigatori non erano riusciti ad analizzare nella sua completezza. È stata successivamente la Corte d'Appello di Milano nel processo-bis a disporre una nuova perizia, eseguita dal professore Francesco De Stefano, e a identificare dna maschile in quelle tracce. Forse addirittura appartenenti a due persone.

 


Campioni confrontati nel settembre 2014 con quello di Stasi e risultati compatibili solo per 5 marcatori contro la necessità di almeno nove corrispondenze. Ora, i consulenti hanno individuato il profilo del giovane diverso da Stasi grazie a un cucchiaino e una bottiglietta d'acqua. I legali si sono rivolti al perito che ha estratto i campioni di Dna, analizzati rigorosamente in forma anonima dal genetista (che mai aveva avuto incarichi nella vicenda) e confrontati con la perizia di De Stefano e i risultati di Stasi. I campioni sono quelli del quinto dito della mano destra e del pollice della mano sinistra di Chiara, giudicati 'sovrapponibili tra lorò. Dal confronto emerge «una perfetta compatibilità genetica (profili identici) tra il profilo del cromosoma Y estrapolato dal professor De Stefano sul quinto dito della mano destra e sul primo dito della sinistra, con il profilo genetico aploide del cromosoma Y ottenuto dal cucchiaino e dalla bottiglietta d' acqua».

Tuttavia «il cromosoma Y identifica tutti i soggetti maschi appartenenti al medesimo nucleo familiare (padre, fratelli, zii, nipoti) ed esso non è utilizzabile per identificare un singolo soggetto ma, piuttosto, una famiglia».
La famiglia, conclude il Corriere della Sera, dove vive una persona che deve dar conto delle ragioni del contatto diretto con Chiara, assassinata la mattina del 13 agosto 2007.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Dicembre 2016, 14:09
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