«Non sono stato io. A uccidere Charlie è stato Fernando al termine di una lite. Io ero spaventato, sono scappato via tornando dall'anziano che accudisco come badante». Il gip Cinzia Parasporo che ha condotto l'interrogatorio insieme al pm Stefano Rocco Fava, non gli ha creduto e ha confermato il carcere con l'accusa di omicidio per il 39enne arrestato venerdì scorso dai Vigili urbani del Nae (Nucleo assistenza emarginati) e del II Gruppo Salario Parioli. Una decisione presa vista, «la gravità del fatto» e «il pericolo di fuga».
L'uomo, si legge nella convalida del fermo, è considerato «di indole violenta» ed era già stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per «maltrattamenti e lesioni in danno della convivente».
Una persona violenta dunque e, si legge ancora negli atti, «costantemente ubriaco». Anche l'omicidio sarebbe scaturito da una lite degenerata per colpa dell'alcol avvenuta la sera precedente al ritrovamento del cadavere.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Febbraio 2018, 17:03
© RIPRODUZIONE RISERVATA