Giovane mamma partorisce con la 'placenta accreta': «La bimba sta bene». Salvata anche la ragazza
Durante la gestazione, i ginecologi dell'ospedale «Di Venere» di Bari, che seguivano la paziente, avevano scoperto che si era formata la placenta «accreta» e per questo la 28enne era stata indirizzata al «SS. Annunziata» di Taranto, dove è da anni attiva una Unità Operativa di Radiologia e Neuroradiologia Interventistica che, operando congiuntamente ai medici ostetrici, avrebbe potuto ridurre il rischio emorragico.
L'Asl di Taranto spiega che «grazie a una modernissima apparecchiatura angiografica, in grado di erogare una bassissima dose di radiazioni X, il dott. Nicola Burdi, Responsabile della Unità Operativa di Radiologia e Neuroradiologia Interventistica, e i suoi colleghi Vittorio Semeraro e Nicola Lucarelli hanno posizionato, prima del parto, due cateteri 'a palloncino' nelle arterie ipogastriche allo scopo di bloccare l'afflusso di sangue all'utero per il tempo necessario al dott. Emilio Stola, direttore della Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia, coadiuvato dalla dottoressa Letizia Marra, di far nascere la bambina e rimuovere la placenta e la porzione di utero da essa infiltrata».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Gennaio 2018, 16:57
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