Toghe in minigonna, Bellomo a Rete 4: "Non ho baciato le studentesse, ma le mie fidanzate..."

Toghe in minigonna, Bellomo a Rete 4: "Non ho baciato le studentesse, ma le mie fidanzate..."
«Ho parlato singolarmente con le mie alunne: dicevo loro di riflettere sul contratto che firmavano. Una volta che si dichiaravano sicure, che avevano compreso i vari articoli, punto per punto, allora le accettavo. Discutevo con loro del contenuto, accettavano e sapevano. Parliamo di persone mature e superiori alla media, in grado di decidere». Ad affermarlo il giudice del Consiglio di Stato, Francesco Bellomo, finito al centro di un caso ed esposto al rischio destituzione per una vicenda di presunte pressioni su iscritte alla scuola per aspiranti magistrati da lui diretta.

La storia sarà il tema della puntata di di «Dalla vostra parte», in onda stasera su Retequattro. Bellomo avrebbe obbligato le allieve della sua scuola privata «Diritto e Scienza» a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi, trucco e nubili. Circa le regole di abbigliamento date alle studentesse, il giudice afferma: «Sul dress code bisogna fare una distinzione in base ai luoghi: se lei va in una discoteca o ad una festa c'è un abbigliamento, in tribunale un altro tipo di vestiario. Io non ho obbligato nessuno a scegliere: sono state le studentesse. Andate ad intervistare le hostess che hanno una divisa».

Quanto al rapporto con le studentesse, il togato risponde: «Una studentessa che si iscrive al mio corso, vuole fare qualcosa di particolare... è una sua scelta, non c'entra niente che io sia il loro direttore». «Non ho baciato nessuna studentessa: ho baciato le mie fidanzate». «E se una relazione finisce, sono libero di cominciarne un'altra».



PG, PM PUÒ REITERARE ILLECITI Impedire che possa reiterare, cioè continuare a compiere, condotte «gravemente scorrette» e «incompatibili» con le funzioni giudiziarie; episodi di «tale degrado» da aver danneggiato non solo la sua personale credibilità di magistrato, ma quella dell'intera giurisdizione . È per questo che il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo ha chiesto alla sezione disciplinare del Csm - che deciderà venerdì prossimo - di sospendere con urgenza dalle funzioni e dallo stipendio e di collocare fuori ruolo il pm di Rovigo Davide Nalin, stretto collaboratore del consigliere di Stato Francesco Bellomo nella Scuola di formazione giuridica «Diritto e scienza». Bellomo - su ci pende una proposta di destituzione - è il giudice amministrativo che avrebbe obbligato le allieve a presentarsi ai corsi in minigonna, tacchi a spillo e trucco marcato e preteso anche che non fossero sposate, secondo la denuncia presentata dal padre di una studentessa.

La ragazza, una borsista, aveva avuto una relazione con il consigliere di Stato e il Pg contesta a Nalin di aver fatto da «mediatore» per procurare «indebiti vantaggi di carattere sessuale» a Bellomo, quantomeno la prosecuzione di quel rapporto. Il tutto facendo leva sulla sua autorevolezza di magistrato e prospettando alla ragazza che se non avesse dato seguito alle richieste di Bellomo, come quella di mandargli una foto intima o di definire il periodo in cui passare insieme le ferie estive, avrebbe commesso reati che le avrebbero impedito di partecipare al concorso in magistratura. Condotte che sono particolarmente gravi per il Pg, anche considerato «il clima di soggezione psicologica» subito dalle studentesse che ambivano a entrare in magistratura «per la sottoposizione a continue vessazioni anche di carattere sessuale», e «lo stravagante se non aberrante regolamento (dress code) di cui Nalin era a conoscenza».

Adoperandosi per far conseguire a Bellomo «ingiusti vantaggi», il pm di Rovigo ha «fortemente leso il rispetto della dignità umana» che assieme a correttezza e equilibrio, costituisce uno dei presupposti dell'esercizio delle funzioni giudiziarie.
E a pesare c'è anche «l'allarme e lo sconcerto» che si sono diffusi nell'ambiente degli aspiranti magistrati, ai quali è stato fatto credere che il concorso di possa superare con metodi del tutto «estranei alla formazione tecnica, professionale e deontologica».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Dicembre 2017, 19:59
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