Siria, la Turchia bombarda i miliziani pro-Assad e li costringe alla ritirata. Erdogan: "Pronti all'assedio"

Siria, la Turchia bombarda i miliziani pro-Assad e li costringe alla ritirata. Erdogan: "Pronti all'assedio"
È crisi internazionale ad Afrin, enclave curda, dove membri delle milizie fedeli al regime siriano si sono avviate per opporsi all'avanzata turca, nonostante le minacce del governo di Ankara di reagire a tale intervento. A riferirlo, il corrispondente sul posto dell'agenzia governativa siriana Sana. 

Pare che l'artiglieria turca - ma le notizie non sono verificabili in modo indipendente sul posto - stia bombardando le aree dove è in transito il convoglio di «forze popolari» filo-siriane dirette verso Afrin, secondo quanto riferisce la tv di Stato siriana. La fonte afferma che i bombardamenti si concentrano vicino al valico di Ziyara, a sud-est di Afrin, dove stanno passando i mezzi delle milizie filo-siriane. 

 
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Anche la tv del movimento libanese Hezbollah, filo-iraniano e presente con i suoi miliziani nella Siria settentrionale, afferma che «le forze popolari», di cui fanno parte miliziani siriani e stranieri addestrati dall'Iran, sono entrate a bordo di convogli nel distretto di Afrin attraverso il posto di blocco di Ziyara, che collega la località sciita di Nubbol con la strada per Afrin città. 
 

MILIZIANI RITIRATI DOPO I COLPI I miliziani filo-Assad entrati ad Afrin si sono ritirati a 10 chilometri di distanza dopo i colpi di «avvertimento» sparati dall'artiglieria turca. Lo riporta l'agenzia di stampa di Ankara Anadolu. I miliziani filo-governativi erano entrati nell'enclave curda dal vicino villaggio di Nubul. La tv di stato siriana aveva poi riferito di bombardamenti turchi di risposta nella zona, che avevano costretto anche i giornalisti ad evacuare.



ERDOGAN: PRONTI ALL'ASSEDIO «Nei prossimi giorni, l'assedio al centro urbano di Afrin si svolgerà in modo molto più rapido».
Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara. «Per noi è molto importante che d'ora in poi ogni passo che facciamo sia sicuro. Allo stesso modo ci vuole tempo per prepararsi sul terreno», ha aggiunto Erdogan, confermando così l'intenzione di Ankara di proseguire con l'offensiva contro l'enclave curdo-siriana, nonostante il possibile arrivo nell'area di forze pro-Assad.
«Grazie all'assedio, l'Ypg non avrà spazio per trattare con il regime siriano», ha sostenuto Erdogan, secondo cui in questo modo verrà tagliata ogni forma di assistenza alle milizie curde che controllano Afrin. L'enclave è circondata dal territorio turco e da zone del nord della Siria controllate da milizie locali filo-Ankara, tranne che per un corridoio che la collega a una zona della provincia di Aleppo occupata da forze sciite.
 

RUSSIA PRONTA A MEDIARE La Russia si propone come mediatore per una soluzione del conflitto ad Afrin, se lo richiederanno le parti (i curdi dell'Ypg e la Turchia), ha detto l'inviato del Cremlino per il Medio Oriente e l'Africa Mikhail Bogdanov. «La Russia non vuole imporsi su nessuno. Ma se ci viene chiesto, siamo pronti a fare una buona azione per fermare il bagno di sangue e trovare denominatori comuni», ha aggiunto, precisando che la cosa più importante per Mosca è «il rispetto dell'integrità, della sovranità e unità della Siria».

Nel frattempo, il vice presidente della Commissione esteri della Duma accusa la Turchia di interferire con le questioni siriane ad Afrin e sollecita Ankara a un approccio responsabile. Il deputato, citato da Interfax, chiede anche alla Russia di adottare azioni diplomatiche per evitare un conflitto armato. 

Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Febbraio 2018, 18:31
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