Questione lupi, coldiretti chiede interventi risolutivi

Questione lupi, coldiretti chiede interventi risolutivi

di Remo Sabatini
Con 1 milione e 600mila associati, la Coldiretti, recita lo statuto, è "la più grande organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo". Numeri, senza dubbio, importanti. Così come la sua storia che nasce nel lontano 1944 per tutelare agricoltori e allevatori. Anche il mare e la pesca rientrano nel suo vasto campo d'azione. Così, se il mare, la pesca, hanno i loro problemi legati alla scarsità di pesce, al clima che cambia e all'inquinamento, la terra degli agricoltori e quella degli allevatori, negli ultimi tempi, ne ha altri. Soprattutto uno. Il lupo. Sì perché, da un po' di tempo a questa parte, sembra che la questione lupo sia diventata la priorità per molti agricoltori e allevatori. Dalla Liguria al Piemonte, fino alla Maremma Toscana, il dibattito si fa sempre più acceso.

"Riprendiamoci il territorio" era stato lo slogan della manifestazione che si era tenuta lo scorso anno a Firenze e presieduta dalla Coldiretti. Qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che non si sa bene di quale territorio si parli o si faccia riferimento, visto che, ormai, buona parte degli allevamenti e delle proprietà incidono su (e in) territori che i lupi abitavano ben prima di quelle pecore o di quel bestiame ma, questo, è un altro discorso. E allora, mettendo da parte per un attimo, le richieste di indennizzo a seguito di danni e predazioni, veri e presunti, subiti da famelici branchi di lupi, lasciamo che siano le dichiarazioni stesse dei rappresentati della organizzazione a fare chiarezza perché, per tenere a bada i predatori, "non basta recintare" ed anzi, "bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. La situazione è critica e (i lupi, ndr) sono un pericolo sia per le imprese che per l'incolumità delle persone". Le parole di Sara Baccelli, di pochi giorni fa, sono allarmanti e rappresentano il pensiero della Coldiretti di La Spezia sul tema. Anche se non esistono attacchi di lupi all'uomo dai tempi di Cappuccetto Rosso, o giù di li, la paura legata al lupo, sembra permanere.

Un altro, simile, allarme si era registrato anche in Maremma dove, Coldiretti Grosseto aveva richiesto con veemenza, "interventi risolutivi" da dedicare, oltre ai lupi anche ai cani inselvatichiti e agli ibridi perché le razzie denunciate erano, ormai, quasi quotidiane, con le greggi dimezzate e aziende che avevano perso quasi i due terzi dei capi. La richiesta di approvazione del Piano di Conservazione del Lupo (quello che prevede l'uccisione dei lupi per legge, ancora in discussione nel palazzo della Conferenza Stato Regioni, ndr) si era fatta di nuovo incalzante. Tuttavia, i numeri da Guinness, di attacchi e "razzie quasi quotidiane" ai danni di greggi e bestiame fanno riflettere. Migliaia di attacchi e predazioni in pochi mesi, non sono uno scherzo. E nemmeno le richieste milionarie di indennizzo inoltrate alle Regioni. Uccidere, o meglio, "intervenire in maniera risoluta" su lupi, ibridi e cani abbandonati o dimenticati da qualche cacciatore, può essere la soluzione? E la Natura, la biodiversita'? Tutto delegato a pecore e mucche?

Nel frattempo, in Piemonte, nel cuneese, è stato rinvenuto un altro lupo ucciso da chissà cosa, da chissà chi. È il settimo lupo trovato morto, in quella regione, dall'inizio dell'anno.
Di questo passo, tempo un anno, il problema lupi, almeno lassù, non si porrà più. È questa la strada da percorrere? Avevamo ricordato che, l'organizzazione di tutela, si occupa anche di mare e del settore pesca. In mare, oltre alle sardine, alle sogliole e ai calamari che finiscono nelle reti, vivono anche delfini, squali e balene che, quelle sogliole, quelle sardine e quei calamari, se li mangiano. Vogliamo pensare un Piano di Conservazione anche per loro?

Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Febbraio 2018, 19:33
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