Sardegna, balena spiaggiata: da 40 giorni la carcassa inchiodata sulla battigia dalla burocrazia

Sardegna, balena spiaggiata: da 40 giorni la carcassa inchiodata sulla battigia dalla burocrazia
Più di quaranta giorni, diciotto enti coinvolti, la consulenza di esperti di varia estrazione, uno stanziamento straordinario di 35mila euro da parte della Regione. Eppure la balena di Platamona è ancora là. La carcassa del povero mammifero di 17 metri e oltre sette tonnellate, spiaggiata tra il quinto e il sesto pettine del litorale del golfo dell'Asinara ai primi di novembre, non ha ancora una degna sepoltura.

Per essere precisi, ancora non è stabilito quale debba essere la sua fine. Paradossi all'italiana, è la categoria alla quale il caso è stato rubricato dai media: per una volta, la specialità dello Statuto sardo non c'entra niente, i problemi burocratici per via dei quali quei poveri e ingombranti resti continuano a marcire sull'arenile tra il quinto e il sesto pettine, come si chiamano gli accessi a mare del lunghissimo lido di Sorso, chilometri e chilometri di spiaggia dal passato glorioso e dal presente nebuloso.

Dopo settimane di dibattito dai contorni surreali, tra disposizioni dirigenziali, reperimento di fondi, interlocuzioni dotte e conferenze di servizi, nelle ultime 24 ore il caso di Moby Dick, come è stata ribattezzata la povera balenottera bianca di Platamona, ha varcato il Tirreno e ha attirato l'attenzione delle televisioni e dei giornali di tutta Italia. Esasperato dalle lungaggini e divertito per la grande pubblicità che Sorso e la sua spiaggia hanno tratto da questa vicenda, oggi il sindaco Giuseppe Morghen prova a tirare le fila e ad accelerare i tempi. «Entro gennaio pensiamo di chiudere le procedure necessarie e indispensabili per poter spostare la balena da lì», dice il primo cittadino. «Subito dopo l'Epifania ci sarà una nuova conferenza di servizi - annuncia - per quella data avremo anche il responso del geologo e dell'archeologo che sono stati incaricati di verificare l'idoneità di alcune aree individuate come possibile cimitero per i resti del mammifero».

Ovviamente, l'occasione a questo punto è di quelle da non perdere. «L'Università di Padova si occuperà di sezionare l'animale in maniera tale che lo scheletro possa essere recuperato», spiega ancora il sindaco di Sorso.
Già, perché l'idea è quella di trovargli una sistemazione tale da sfruttarlo come attrazione turistica. «Vogliamo recuperare lo scheletro, come già avviene in diverse parti del mondo - conferma Morghen - tra l'altro il fatto che questo succeda proprio qui, in questo territorio, all'interno del Santuario dei cetacei e dell'Area marina protetta, può essere simbolico e significativo». Anche su questo deciderà la conferenza dei servizi. «Sarà necessario utilizzare prodotti che facilitino la decomposizione entro 24 mesi - conclude il sindaco - perciò se i terreni individuati non dovessero essere ritenuti idonei, sarà presa in considerazione anche l'ipotesi del Parco dell'Asinara». Allora, forse, dopo due mesi, diverse conferenze dei servizi, consulenti, enti coinvolti e finanziamenti pubblici, Moby Dick troverà pace.

Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Dicembre 2017, 21:13
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