Lumache in cucina, ora c'è l'Accademia
di Gigi Padovani
La capitale dell’elicicoltura (così si definisce l’allevamento di questi molluschi) è Cherasco (Cn), a pochi chilometri da Bra. Siamo nel sud del Piemonte, dove trent’anni fa nacque il movimento Slow Food di Carlo Petrini: guarda caso, ha fatto della chiocciola il suo simbolo mondiale. In questa cittadina dal nobile passato - ancora testimoniato da bei palazzi barocchi - per volontà di Simone Sampò, presidente dell’Associazione Nazionale Elicicoltori, è nata l’Accademia Chiocciola Metodo Cherasco. In un vasto appezzamento (www.istitutodielicicoltura.it) si trovano campi-modello per ospitare i gasteropodi in crescita (15 mesi), serre e orti speciali di tenere insalate, un laboratorio per “cucinare con lentezza” con i bambini, una piccola Spa per “coccole e chiocciole”. «Con la consulenza dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – dice Sampò, un brillante imprenditore che non procede affatto a passo di lumaca – siamo riusciti a riprodurre l’habitat in cui si sviluppano le chiocciole in libertà: così crescono con alimentazione vegetale e un ciclo di migrazione tra la zona di riproduzione e quella di ingrasso. Abbiamo lanciato un brand, “Chiocciola Metodo Cherasco” e lo trovate sulle confezioni di patè, di chiocciole conservate, o nei sacchetti di quelle vive e pulite, destinate ai mercati». In Italia il giro d’affari annuo è di circa 30 milioni di euro, con 300 elicicoltori attivi e mille ettari per gli allevamenti. Se non le avete ancora assaggiate, vi sorprenderanno.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Novembre 2017, 23:30
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