Adriano e Claudia, nozze d'oro
per la coppia più bella del mondo

Adriano e Claudia, nozze d'oro per la coppia più bella del mondo

di Giulia Aubry
ROMA - Cinquanta anni e sentirli tutti. Perch essere la “coppia italiana pi bella del mondo” e resistere insieme per dieci lustri, non assolutamente facile.



E sì che a emulare Claudia Mori e Adriano Celentano ci hanno provato in tanti. Tra tutti, il pensiero non può che andare ad Albano e Romina Power che, forse, se non ci fossero stati eventi dolorosi personali, il prossimo 26 luglio avrebbero festeggiato 44 anni di matrimonio.





La storia d’amore tra Claudia Mori e Adriano Celentano, con le nozze d’oro festeggiate il 14 luglio, entra così nell’immaginario collettivo del nostro paese come il simbolo della coppia che ce la fa, nonostante tutto e tutti. E che in questo riesce a unire tradizione e anticonformismo, in un mix così particolare da essere una peculiarità tutta nazionale. Perché in fondo la loro storia è un po’ lo specchio dell’evoluzione del concetto stesso di famiglia nell’Italia degli ultimi cinquanta anni.



Sposi a sorpresa nel 1964, tre figli (Rosita, Giacomo e Rosalinda), un connubio anche lavorativo (cantano insieme molti pezzi che scalano le classifiche di vendita, e dal 1991 la Mori è amministratore delegato della casa discografica di famiglia), presunti tradimenti, persino una breve separazione “annunciata” dal singolo “Non succederà più”, presentato dalla Mori nel 1982 a Sanremo dove interviene come ospite, le riconciliazioni. C’è tutto (e anche qualcosa di più) della storia di molte famiglie italiane, raccontata nel suo divenire con la musica e le parole delle loro canzoni (ma anche con i lunghi silenzi del “molleggiato”) e, da qualche giorno, con la lettera/libro che Claudia Mori ha pubblicato per Bompiani: “Due guerrieri innamorati”.



E bisogna davvero essere due guerrieri per riuscire a “sopravvivere” come coppia quando si possiedono due personalità tanto forti che non hanno mai nascosto il loro modo di essere e pensare dietro semplici scelte di omologazione, o le loro rughe sotto la chirurgia estetica.



Il binomio Mori-Celentano - in un paese che del ricondurre ogni individuo a una categoria specifica ha fatto il proprio credo – si pone come il vessillo di una sorta di “anti-anticonformismo” all’interno del quale possono convivere la vis polemica anti-industrializzazione de “Il ragazzo della via Gluck”, e il testo di chi “Non lavora non fa l’amore”, definito anche dalla stampa più conservatrice all’epoca della vittoria al Festival di Sanremo nel 1970, come “una barzelletta reazionario-populista”.



O che sul fronte privato permettono alla “coppia più bella del mondo” di dichiarare, attraverso le parole della Mori in un’intervista rilasciata nel 1994: “il matrimonio è come una gita: inventi nuovi giochi per prolungare la vacanza. Ma bisogna impegnarsi. L'obiettivo è vivere per sempre accanto alla persona che ami, anche nei momenti brutti. Resistere, per costruire insieme. Le nozze non sono obbligatorie, ma chi si sposa deve sapere che è un sacramento”.



Una posizione tradizionale che però convive con la lotta a ogni forma di pregiudizio e ignoranza. In questo persino l’autodefinizione di Adriano Celentano quale “re degli ignoranti” ne è paradossale conferma. Una battaglia continua, messa alla prova (come la stessa Mori ha recentemente dichiarato) dal coming-out della terzogenita Rosalinda affrontato attraverso un percorso familiare estremamente consapevole delle difficoltà.



Certo non è stata facile, come in tutte le famiglie italiane che si rispettino. Ma nonostante le minigonne fatte a pezzi da Celentano in un viaggio verso Forte dei Marmi e le furiose litigate di fronte a tutti (episodi raccontati non senza una punta di ironia nella lettera/libro della Mori), la coppia ha resistito rimanendo sempre se stessa, pur nell’accettazione delle regole dello show-business che li hanno sempre visti emergere vincitori, alla continua ricerca di un equilibrio ma senza dimenticare quel lato “rock” tanto caro al “molleggiato”.



Certo qualcuno potrebbe obiettare che con il successo e i soldi affrontare i problemi di famiglia può essere più facile, ma le tante notizie (mondane e non) provenienti dalle più svariate parti del mondo ci dicono che può essere vero anche il contrario.



In fondo la morale di tutto ciò sembra essere che per far funzionare un matrimonio è necessario tutto e il contrario di tutto, mescolati sapientemente con un ingrediente di amalgama che non può che essere la frase con cui la Mori riassume la sua lettera/libro: “Adri non posso immaginare la mia vita senza di te”. E sicuramente a molti sarebbe difficile immaginare la storia del costume italiano degli ultimi cinquanta anni senza di loro, qualunque cosa se ne pensi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Luglio 2014, 12:33