Scomparsi in Messico, "Raffaele Russo si faceva chiamare Carlos Lopez".
Forse rapiti da un cartello dei narcos

Scomparsi in Messico, "Raffaele Russo si faceva chiamare Carlos Lopez". Forse rapiti da un cartello dei narcos
Raffaele Russo, uno dei tre italiani scomparsi alla fine di gennaio nello Stato di Jalisco, nell'ovest del Messico, avrebbe utilizzato un'identità falsa, facendosi passare per cittadino messicano. Fonti dell'Ufficio del procuratore di Jalisco hanno riferito che l'uomo si sarebbe registrato con un falso nome in alcuni hotel e che si faceva chiamare generalmente Carlos Lopez.

LEGGI ANCHE ---> Da settimane nessuna notizia, si teme un rapimento



Secondo le autorità messicane, Russo, 60 anni, scomparso insieme al figlio Antonio e al nipote Vincenzo Cimmino, aveva precedenti in Italia per frode e si dedicava alla vendita di generatori elettrici apparentemente tedeschi ma che in realtà erano stati fabbricati in Cina. La procura locale sospetta che i tre potrebbero essere stati rapiti dal Cartello di Jalisco Nuova Generazione, la più importante organizzazione criminale del Messico.

LEGGI ANCHE ---> "I tre italiani ceduti dalla polizia ai clan locali"



La famiglia dei tre napoletani ha chiesto alle autorità italiane e messicane di indagare vicino al luogo in cui sono scomparsi.
La procura di Jalisco ha intanto messo sotto inchiesta 33 poliziotti di Tecalitlan, a 700 km da Città del Messico, dove è stato localizzato l'ultimo messaggio inviato dai tre italiani scomparsi. In quel messaggio, due di loro avrebbero detto di essere stati fermati dalla polizia locale.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Febbraio 2018, 18:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA