Il Marocco dice no all'Onu: "Sì alle spose bambine, alla poligamia e all'omosessualità come crimine"

"Sì alle spose bambine, alla poligamia e all'omosessualità come crimine"
Nessun dietrofront. Le raccomandazioni Onu in materia di diritti non piacciono al Marocco. Matrimonio di minori, disparità di trattamento tra sessi in materia di eredità e criminalizzazione della omosessualità sono alcuni dei temi finiti sotto la lente del Consiglio dei diritti per l'esame periodico universale.

Ma delle 244 sollecitazioni ricevute, il Marocco ne ha accolte 191, considerando che 23 sono già in corso di studio e 168 fanno parte del complesso progetto di riforme in corso di approvazione. Giovedì, 21 settembre, a Ginevra, è il giorno delle risposte davanti al consiglio riunito per la 36ma sessione, ma il governo del Marocco ha anticipato le risposte preliminari. Quel che è stato ritenuto irricevibile pesa come un macigno sul cielo marocchino: 44 punti neri di cui più della metà rifiutati in modo assoluto e dunque considerati pratiche ammesse.

Nel 2012, data del precedente ciclo di esame dell'Onu, su 148 raccomandazioni il Marocco ne aveva rigettate solo 8. Questa volta, Rabat non intende accettare consigli sulla criminalizzazione delle ragazze madri, sul riconoscimento giuridico dei figli nati fuori dal matrimonio. Non apre nemmeno alla possibilità di utilizzare test del Dna per attribuire la paternità o di cancellare dai documenti di identità tutti i segni che permettono di identificare un figlio nato fuori dal matrimonio, abrogando di conseguenza le leggi che creano un solco tra i diritti di chi nasce in seno a una famiglia e chi no. Non se ne parla poi di fissare a 18 anni il limite minimo di età per i matrimoni, per evitare i casi di spose bambine. E rigetta anche l'invito ad abolire le discriminazioni per la tutela dei fanciulli, in caso di divorzio, per esempio.

L'eredità per il Marocco deve continuare a rimanere un affare tra uomini, che esclude perentoriamente le donne dall'asse di successione. Leggi e pratiche discriminatorie restano intoccabili: impossibile discutere di violenza coniugale o, peggio, di convivenza. La poligamia resta un caposaldo e l'omosessualità un reato. Inutile fare appello alla Costituzione del 2011, perché se è vero che fissa i principi di uguaglianza tra tutti i cittadini, prevede pur sempre «il quadro speciale» che fonda la nazione marocchina e cioè «la religione musulmana», «l'unità nazionale basata sul multiculturalismo», «la monarchia costituzionale e la scelta democratica». Ecco perché il Marocco non accetta le raccomandazioni Onu, perché come spiega il governo nella sua risposta al Consiglio dei diritti Onu, «sono in contraddizione con i principi fondanti della nazione».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Settembre 2017, 10:38
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