Manovra, ok alla fiducia alla Camera con 296 sì e 160 no

Manovra, ok alla fiducia alla Camera con 296 sì e 160 no
Arriva l'ok alla Camera. Un percorso ad ostacoli. L'ultima manovra della Legislatura corre verso il via libera finale da parte del Parlamento ma inciampa nei 'millè emendamenti approvati durante la maratona, anche notturna, in commissione Bilancio alla Camera. I conti sono ok, assicura la maggioranza che però ammette qualche problema di copertura nel medio termine. La manovra incassa il voto di fiducia della Camera - con 296 sì e 160 no - per poi passare al Senato per l'ok definitivo. Ma prima il testo è stato costretto a fare un passo indietro per essere corretto in commissione.



Le opposizioni attaccano fin dal mattino quando ormai lamanovra è in Aula ma inizia a girare l'ipotesi che ci siano problemi finanziari su un pacchetto di misure: nessuna versione ufficiale ma in Transatlantico si parla di un 'bucò tra i 100 e i 250 milioni di euro e che secondo i conti M5S arriva addirittura a quota 290 milioni. L'opzione più probabile sembra dunque quella di un rinvio in commissione, che è poi quello che chiede all'ora di pranzo il relatore Francesco Boccia spiegando la necessità di «un rapido riesame di alcune disposizioni con problemi dal punto di vista finanziario anche sulla base di rilievi del ministero dell'Economia». Si tratta di una manciata di ritocchi minori, che vanno dall'equo compenso al regime tributario delle cooperative sociali passando per una revisione delle coperture del fondo in favore dei risparmiatori, di correzioni al fondo Industria 4.0 e di quello per il capitale umano, di interventi relativi all'Imu sui porti e nonché al Fondo per le esigenze indifferibili. Cancellata anche una norma che riguarda gli orfani di femminicidio e che verrà però ripresa in un ddl ad hoc all'esame del Senato.

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«I conti sono a posto - insiste Boccia - Il 2018 e il 2019 sono perfetti» e l'intervento di correzione dunque riguarda solo il 2020, aggiunge dopo aver ricordato davanti all'Assemblea come se è vero che si sia trattato di una manovra «snella con un peso netto pari a 5,5 miliardi» è anche vero che è stata «piena di articoli, oltre cento. E io penso che questo sia stato un errore». Nel complesso, anche il governo interviene a difesa dell'impianto della Legge di Bilancio; in Aula tocca al viceministro Enrico Morando prendere la parola: «Le architravi della proposta uscita dal Consiglio dei ministri, dalla neutralizzazione dell'aumento delle aliquote Iva alla competitività e al lavoro - dice - hanno retto il confronto parlamentare. Abbiamo discusso migliaia di proposte emendative e non ce n'è una sola volta a mettere in discussione queste tre scelte». Eppure le opposizioni non condividono il giudizio: per il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta si tratta di una «bruttissima pagina politica, speriamo l'ultima, di questa maggioranza» mentre per il M5S è la dimostrazione che «gli incompetenti - commenta Giorgio Sorial - stanno al governo». Per Mdp-Leu Pierluigi Bersani ha motivato il voto contrario del suo gruppo illustrando i molti punti sui quali era stato chiesto un intervento. «Qualche segno netto poteva venire che avesse il senso di una correzione di marcia», ha detto. «Su queste misure parziali senza un senso visibile - ha spiegato - noi la fiducia non la possiamo dare». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Dicembre 2017, 22:54
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