Bitcoin continua a salire. Ma ora vogliono vietarlo: ecco cosa sta succedendo

Bitcoin continua a salire. Ma ora vogliono vietarlo: ecco cosa sta succedendo
Continua la corsa del Bitcoin, nonostante i piani di regolamentare la criptovaluta accusata di essere usata per il riciclaggio di denaro ed evasione fiscale. Il Bitcoin ieri è stato scambiato a 11.566 dollari, dopo il rialzo record di domenica a 11.800.

Dalle accuse di essere la valuta delle transazioni illegali del deep web per l'acquisto di droga e armi, grazie all'assenza di tracciabilità e all'anonimato, all'annuncio del Nasdaq di voler offrire entro la metà del 2018 futures sul Bitcoin. E' questa la parabola della criptomoneta, che con i suoi repentini rialzi, e ribassi, è al centro dei timori di una nuova bolla speculativa.

Creato nel 2008 da un anonimo inventore che si cela dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, il bitcoin non viene emesso da una banca centrale ma attraverso un algoritmo residente su computer attraverso il sistema di mining, garantendo così delle operazioni tra privati senza intermediari. La corsa della criptovaluta è inarrestabile: nonostante il 'crollo' di venerdì scorso (-16 per cento fino a 9.600 dollari) oggi Bitcoin si mantiene vicina a quota 12mila, con un raddoppio del suo valore a partire da ottobre (ma da gennaio è più che decuplicato). Un andamento che innesca crescenti timori di un'imminente bolla finanziaria, accanto alle resistenze di chi considera la criptovaluta considera non sicura e alle perplessità legate agli ingenti costi energetici.

Nel mondo della finanza non mancano voci contrarie alla bitcoin-mania, troppo vulnerabile ed esposta a crisi di sfiducia. Ma tra i timori maggiori quelli legati al fatto che scambi in circuiti non regolamentati consentano di bypassare le procedure antiriciclaggio, le regole a tutela del risparmio, oltre al rischio di reati finanziari come il market abuse. Inoltre la speculazione in bitcoin e loro derivati non ha effetti socialmente utile. Si vedrà nel 2018 che piega prenderà il destino della criptovaluta più famosa del mondo e più cara sotto il profilo energetico: ogni operazione consuma tanta elettricità quanta ne serve ad una famiglia in una settimana. Se consideriamo che in media al giorno avvengono 300mila operazioni è evidente l'alto prezzo energetico della criptovaluta, pari a quello di interi Stati secondo alcune ricerche. Un modello che ai detrattori non sembra quindi essere sostenibile, per lo meno dal punto di vista ambientale.

Intanto nel Regno Unito il Tesoro studia un piano per regolamentarlo, abolendo il principio dell'anonimato. Ma si ragiona anche ad un più ampio intervento a livello europeo obbligando le piattaforme online in cui vengono scambiati i bitcoin a eseguire i dovuti controlli sui clienti e segnalare le transazioni sospette.
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Dicembre 2017, 09:39
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