Frantoi aperti, poco olio ma buono

Frantoi aperti, poco olio ma buono

di Gigi Padovani
In Europa l’Italia è al primo posto per la produzione di olio extravergine di qualità. Sulla tavola è uno dei condimenti più sani e genuini, dalle grandi proprietà nutritive. Bisogna però saperlo scegliere, leggere con attenzione le etichette e spendere un po’ di più di certe bottiglie da supermercato offerte a pochi euro: al di sotto di 8-10 euro al litro non è olio italiano extravergine. Se volete saperne di più su come si produce il vero olio evo, come si spreme e come si riconosce quello buono, cogliete l’occasione arriva nei prossimi cinque weekend in Umbria, per la ventesima edizione di Frantoi Aperti, la manifestazione che dal 28 ottobre al 26 novembre offre la possibilità di visitare oltre trenta laboratori di produzione dell’oro verde umbro. La raccolta sta iniziando in questi giorni e non mancano le note dolenti: non per la qualità, che i produttori assicurano ottima, ma per la quantità. Sarà così un po’ in tutta Italia, e il sito Winenews ha diffuso le previsioni per il 2017, dopo la disastrosa annata 2016. La mosca olearia non si è vista, causa caldo, ma la siccità ha ridotto le quantità previste: secondo le stime di Fooi (Filiera Olivicola-Olearia) e ministero delle Politiche Agricole, il raccolto arrivèrà a 320 mila tonnellate di olio, superiore all’anno scorso ma inferiore di circa il 60 per cento rispetto alla media italiana.

Siamo stati tra le splendide colline umbre a raccogliere qualche impressione tra chi partecipa all’iniziativa Frantoi Aperti (il ricco programma è online in www.frantoiaperti.net). Nel centro di Foligno c’è l’Azienda Agraria Clarici (www.olioclarici.it), nata a fine Ottocento. Pietro e Maria Elisabetta Clarici, sesta generazione di produttori, quest’anno hanno deciso la raccolta anticipata delle olive – rigorosamente a mano con i rastrelli – e già stanno producendo il primo olio. «È ricco di polifenoli – dicono – al gusto è più erbaceo e fresco: in etichetta lo distinguiamo con il nome “Septembris”, il primo della stagione». I Clarici hanno cento ettari a oliveto, con 30 mila pianti in gran parte di cultivar Moraiolo: quest’anno avranno un calo del 50 per cento. Stesse previsioni a Spoleto, nell’azienda Terre di Poreta, 54 ettari di olivi con 12 mila piante. Dice Alessandra Montani, che gestisce anche il resort agrituristico Villa della Genga: «Produciamo in biologico e lavoriamo l’olio sotto azoto: da noi la raccolta non è ancora incominciata, ma il calo sarà forte, pur con buona qualità». Da provare sul pane, accanto a un caminetto acceso, nei frantoi umbri. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Ottobre 2017, 23:30
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