La stangata del contributo volontario contro le disposizioni del Ministero: per alcune scuole è obbligatorio

La stangata del contributo volontario contro le disposizioni del Ministero: per alcune scuole è obbligatorio

di Lorena Loiacono
ROMA - La chiamano tassa. Ma tassa non . Eppure porta nelle casse della scuola italiana qualcosa come 200 milioni di euro l'anno. Soldi versati dalle famiglie, per mandare avanti attivit scolastiche che altrimenti si fermerebbero. Si tratta di un contributo richiesto al momento dell'iscrizione a scuola, assolutamente volontario ma spesso preteso.





Gli istituti continuano infatti a presentarlo agli studenti come un contributo dovuto, al pari delle tasse di iscrizione destinate ai ragazzi fuori dall'obbligo. Alle medie e al liceo fino a 16 anni, invece, i ragazzi non devono versare neanche le tasse scolastiche, quelle vere, figuriamoci i contributi. Ma in questi giorni sta accadendo proprio il contrario, come denuncia il portale per studenti Skuola.net: le scuole superiori, regolarizzando le iscrizioni, stanno chiedendo i contributi volontari anche agli studenti più piccoli. Si va dai 60 ai 200 euro. Il picco massimo si raggiunge negli istituti professionali, dove a pesare sono i laboratori.



«Il contributo scolastico – spiega Daniele Grassucci, responsabile Skuola.net - volontario sulla carta ma obbligatorio nei fatti, non va in vacanza: numerose famiglie che hanno iscritto gli studenti al primo superiore, superato l'esame di terza media, si sono viste richiedere il pagamento del contributo per poter “perfezionare” la pratica. Considerando che - mediamente - alle superiori il contributo ammonta a 60 euro e alle medie 25, ogni anno si genera una spesa di circa 200 milioni di euro a carico delle famiglie». Le segnalazioni sono in aumento di anno in anno.



Non solo. Mentre cresce la somma da versare, si abbassa l'età degli studenti a cui viene chiesta.

Eppure il ministero della Pubblica Istruzione ha più volte ribadito la non obbligatorietà: la circolare Stellacci del 7 marzo 2013 sottolinea come “qualunque somma, ulteriore alle tasse erariali e a quanto strettamente necessario per il rimborso di spese sostenute dalla scuola per conto delle famiglie, può essere richiesta soltanto quale contribuzione volontaria”. Per tasse erariali si intendono quelle da versare tramite bollettino intestato all'Agenzia delle entrate, circa 20 euro, mentre per il rimborso il Miur si riferisce alle spese sostenute dalle singole scuole per l'assicurazione da eventuali infortuni, per il libretto delle assenze o per le gite scolastiche. Il contributo quindi non va preteso. Le famiglie, da oggi, potranno destinare all'edilizia scolastica anche l'8 per mille dell'Irpef.

Per ora il Governo ha stanziato un miliardo di euro.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Luglio 2014, 09:23
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