Riforme: il Senato boccia gli emendamenti: resta
l'immunità. M5S: "Una porcata, noi via dall'aula"

Riforme: il Senato boccia gli emendamenti: resta l'immunità. M5S: "Una porcata, noi via dall'aula"
Vanno avanti spedite le votazioni in aula della riforma del Senato.

L'Aula della Camera vota favorevolmente, con 207 voti di differenza, al ritorno del decreto competitivit nelle commissioni competenti, per recepire le osservazioni della commissione Bilancio. La seduta ora sospesa.

L'Aula del Senato ha bocciato tutti gli emendamenti aggiuntivi all'art. 8, relativi all'immunità. Il testo della Commissione Affari Costituzionali resta, su questo punto, quindi invariato: per i membri del futuro Senato, così come per i deputati, è prevista l'immunità



Ma oggi, il voto degli emendamenti si fermerà all'art. 9, compreso, del ddl riforme vista l'assenza del co-relatore Roberto Calderoli per un grave lutto familiare. La maggioranza sottolinea, infatti, l'opportunità di fermare il dibattito in Aula prima dell'art.10 «poiché incontreremo il cuore del provvedimento sulle funzioni legislative del Senato». La proposta è stata accettata dai gruppi.







E’ stato approvato l'articolo 3 del ddl riforme costituzionali relativo ai senatori di nomina presidenziale, e che prevede, per questi ultimi, un mandato non rinnovabile di 7 anni. Il via libera dell'Aula giunge con 184 sì, 12 no e 11 astenuti. Assente il M5S. L'art. 3 prevede la sostituzione del secondo comma dell'art 59 della Costituzione, fermo restando la norma secondo la quale i presidenti della Repubblica sono, di diritto, senatori a vita. Secondo l'articolo il Presidente della Repubblica «può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico o letterario». Il numero di senatori nominabili dal Presidente della Repubblica è pari a 5 ed è previsto dall'art. 2 del ddl Boschi.



Il Senato approva anche l'articolo 4, relativo alla durata della Camera dei deputati, con il quale si «cancella» la parola Senato dall'articolo 60 della Costituzione sulla durata delle Camere sulla non prorogabilità di quest'ultima se non per legge o in caso di guerra. L'ok di Palazzo Madama arriva con 184 voti favorevoli, 14 no e 9 astenuti.



Sì all'articolo 9 del ddl riforme che abolisce di fatto l'indennità per i membri del Senato. La norma modifica infatti l'attuale articolo 69 della Costituzione che stabilisce che «i membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge», prevedendo che «i membri della Camera dei deputati ricevono un'indennità stabilita dalla legge».



Il movimento Cinque Stelle ha deciso di non prendere parte a queste votazioni. Il motivo lo ha spiegato il capogruppo Petrocelli: «Questa porcata di riforma non merita la nostra partecipazione in Aula».
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Agosto 2014, 09:57