Yara, Bossetti e il "bisbiglio" alla madre.
"La farei finita se non ci fosse la mia famiglia"

Yara, Bossetti e il "bisbiglio" alla madre. "La farei finita se non ci fosse la mia famiglia"
Non solo le intercettazioni venute fuori negli ultimi giorni ma anche quelle sospette stanno svelando nuove dinamiche e segreti di Bossetti e della sua famiglia.

Ester Arzuffi e Massimo Giuseppe Bossetti il 2 agosto scorso sono faccia a faccia, in un colloquio in carcere e sembra che si siano bisbigliati qualcosa all'orecchio, qualcosa che nemmeno le numerose cimici presenti sono riuscite a captare.



In quella sede Bossetti chiede alla madre di una telefonata avvenuta il giorno di Pasquetta. Nei giorni successivi all'arresto di Bossetti di parla di quel 21 aprile e il muratore temendo che fosse stata intercettata bisbiglia qualcosa all'orecchio alla mamma.

Secondo gli inquirenti quanto si sono detti madre e figlio in quella sede potrebbe avere un grande rilievo nelle indagini, soprattutto alla luce della reazione della madre.

Ester dopo aver ascoltato il figlio avrebbe detto a gran voce che quella Ester spiega che quella telefonata, se registrata, poteva essere fraintesa.



Bossetti: "La farei finita se non ci fosse la mia famiglia". «Visto che non credo più a nessuno di evitare di fare il processo...tanto se...m'impicassi qua in cella così...sa quanto...che favore farei a tanta di quella gente! Ma sa perché non lo faccio...perché c'ho una moglie e tre figli che mi credono, vivo per loro per basta...se non avrei avuto voi, giuro, guarda, tutto quello che mi viene detto e tutto, l'avrei fatta finita».

Così Massimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio, racconta alla moglie un colloquio con il suo avvocato. È il 24 ottobre scorso quando il 44enne muratore spiega, come farà nel corso dei successivi incontri, la difficoltà della vita in carcere fin dal momento del fermo quando in caserma l'hanno messo in una cella «buttato dentro, in un locale in una cella, nella casella di ...come un cane, con accanto tutti gli altri, si passavano i telefoni a farmi il selfie, selfie tutti a mandarli in Facebook come essere fieri che hanno preso...»

In un'altra intercettazione contenuta nei 59 faldoni dell'inchiesta, racconta «ora voglio che la Procura, che loro sono stati, sono stanchi è quattro anni che va avanti sta indagine, non hanno trovato nessuno e sono stanchi e vogliono farla pagare, perché solo coincidenze mi hanno trovato...» e con la madre, Bossetti aggiunge: «ormai il mio caso non è più mediatico è politico, ormai nessuno andrà contro il ministro della Giustizia».



Papà Fulvio, sms alla figlia: "Fatevi sentire". Non un'inchiesta unilaterale, ma a tutto tondo che non esclude pregiudicati, piste legate a traffici di sfruttamento della prostituzione minorile, agli ambienti vicini alla vittima Yara Gambirasio. Nei 59 faldoni dell'inchiesta chiusa di recente dalla procura di Bergamo, emerge anche un'annotazione dei carabinieri in cui si evidenzia un messaggio telefonico lasciato da papà Fulvio il 30 novembre 2010, a quattro giorni esatti dalla scomparsa della 13enne da Brembate di Sopra (Bergamo).

«Fulvio Gambirasio - si legge nell'annotazione - è stato captato in una frase che desta qualche perplessità, rivolta alla figlia Yara e evidentemente ad altri il 30 novembre alle ore 9.16 quando, dopo aver accompagnato i suoceri, compone il numero di telefono di Yara e lascia in segreteria telefonica, con voce bassa e roca, il seguente messaggio: 'sono passati quattro giorni eh ...
devo cominciare a preoccuparmi? .. Fatti sentire .. . fatevi sentire ... '». Una frase che, probabilmente, indica la paura di un padre di un possibile rapimento. La vita della famiglia Gambirasio è stata passata al setaccio e nessuno risulta coinvolto in alcun modo con il delitto della giovane ginnasta di cui è accusato Massimo Bossetti, in carcere dallo scorso 16 giugno.




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Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Marzo 2015, 17:25
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