Fortuna, morta a 6 anni, era vittima di abusi.
La mamma: "Giustizia, o me la farò da sola"

Fortuna, morta a 6 anni. La svolta choc: era vittima di abusi. Ira della mamma: "Giustizia, o me la farò da sola"

di Mario Fabbroni
ROMA - «È impossibile che nessuno abbia visto niente. Era mezzogiorno, Fortuna era rientrata con me da poco a casa. A quell'ora nel palazzo c'è tanto movimento». Domenica Guardato è ancora annichilita dal dolore ma prova soprattutto rabbia: ora sa per certo che la piccola Fortuna Loffredo, 6 anni, morta il 24 giugno a Caivano apparentemente dopo essere caduta da un balcone, nei mesi precedenti era stata vittima di abusi sessuali.











L’autopsia, almeno quella, non mente. «Invece chi non parla, fa schifo. Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Ho lasciato la mia Fortuna che giocava al settimo piano e poi l'ho trovata giù, a terra. Lei non si è buttata giù, l'hanno buttata».







L’atroce sospetto della prima ora che diventa certezza. Non a caso gli invstigatori stanno ascoltando in questi giorni alcuni amichetti della piccola, nel tentativo di comprendere se a loro Fortuna avesse manifestato disagio o effettuato confidenze. Gli incontri tra il pm Federico Bisceglia e i bambini avvengono nella scuola elementare del Parco Verde di Caivano, alla presenza di uno psicologo, di un assistente sociale e dei genitori dei bambini, alcuni dei quali all’inizio si erano opposti all'iniziativa.



Tra i primi a venire sentiti è stata Doriana, l'amica del cuore di Fortuna, con la quale la bimba aveva giocato poco prima di morire. Doriana è anche la sorella del piccolo Antonio Giglio, morto a sua volta precipitando dal balcone un anno prima di Fortuna. Ma la 27enne madre della bimba lascia l’ennesimo grido disperato: «Sono sola. Dopo la folla dei funerali con la partecipazione apparente del quartiere, sono rimasta da sola con la mia famiglia».



Il pensiero dell’orrore degli abusi sessuali e della terribile fine riservata alla sua bimba è davvero insopportabile. Al punto che la donna arriva ad affermare: «Voglio giustizia. Se non me la danno, faccio da me. Preferisco andare in galera ma sapere che il mostro non può nuocere più».



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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Ottobre 2014, 12:09