Airbus, l'ipotesi choc è di un attentato suicida.
"Copilota ai comandi, voleva distruggere l'aereo"

"Germanwings. Il copilota era barricato in cabina, voleva distruggere l'aereo. I passeggeri urlavano"

di Mario Fabbroni
ROMA - Aveva confessato ad un’amica di aver interrotto l’addestramento come pilota per «una sindrome da burnout, una depressione». Ecco il buco nero che avrebbe risucchiato verso la morte “programmata” il primo ufficiale dell’Airbus A320 della Germanwings, Andreas Lubitz.





Il 28enne tedesco, per la Procura francese, avrebbe deliberatamente fatto precipitare il velivolo, condannando ad una fine orrenda gli altri 5 membri del volo Barcellona-Dusseldorf ed i 144 passeggeri. Un movente assurdo, specie per la modalità della strage: Lubitz voleva morire e distruggere l’aereo. Eppure, per la Lufthansa, il brillante giovanotto «aveva superato tutti i test medici e psichici ed era atto al volo al 100%», ha dichiarato l’amministratore delegato Carsten Spohr, spiegando che l’unica cosa che risulta è che «aveva iniziato l’addestramento nel 2008 e sei anni fa l’ha interrotto per un periodo piuttosto lungo». Alla ripresa, i test attitudinali (aboliti ufficialmente) sarebbero stati ripetuti ma senza offrire alcun «segno rilevante».











Secondo la ricostruzione fornita dal procuratore Brice Robin, Lubitz si è rifiutato di aprire la porta una volta rimasto solo (la procedura dice che si può fare, a patto che ci sia una telecamera che mostra all’esterno chi resta dentro), si è barricato nella cabina di pilotaggio e ha azionato il pulsante per perdere quota.





«Nei primi 20 minuti, gli scambi verbali tra i piloti sono stati normali, cordiali, nulla di anomalo. Poi si sente il comandante che chiede al copilota di prendere il comando e il rumore di un sedile che si ritira e la porta che si richiude», ha raccontato Robin. Poi i comandi vengono manovrati ed inizia la lenta perdita di quota, fatta in modo da eludere ogni correzione da parte del computer di bordo. Precipitare in picchiata, cioè, avrebbe di fatto estromesso Lubitz dal controllo dell’aereo. «Una manovra lucida, un’azione che non può che essere volontaria», sottolinea il magistrato.



Perchè? L’interrogativo resta in piedi. Perchè una strage di innocenti? Perchè scegliere uno schianto collettivo? La depressione del copilota appare come l’unico tentativo di spiegare l’inspiegabile. A poco servono le 630 ore di volo accumulate, l’eccellenza ottenuta agli esami della FAA - la Federal Aviation Administration, l’ente dell’aviazione Usa. Lubitz non ha sentito appelli radio e umanità. Era solo, per il suo ultimo volo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Marzo 2015, 08:49
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