Due terreni - il primo a pochi passi dall’impianto di Rocca Cencia, l’altro sulla via del Mare - per circa 10 mila metri quadri totali e un sistema rodato di smaltimento illecito di rifiuti. Persino una compravendita illegale di ferro che valeva fra i 200 e i 300 euro per ogni “scarico”. I terreni sono stati sequestrati e cinque persone (di cui due affittuari, un proprietario, un cittadino extracomunitario e un altro uomo) sono state denunciate per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti. È questo l’esito “romano” dell’operazione che, coordinata dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato, ha portato ad effettuare in 33 province d’Italia verifiche per contrastare i cosiddetti crimini ambientali. E nella Capitale i controlli partiti dalle segnalazioni dell’Arpa e dalla polizia stradale hanno permesso di scardinare due realtà da tempo consolidate dove non solo nessuna regola veniva rispettata sul corretto smaltimento dei rifiuti ma dove è stata accertata anche una compravendita di materiale nonché la distruzione, attraverso roghi tossici, di scarti inutilizzabili e non trattati.
I DEPOSITI
Nello specifico, in via del Lago Regillo, non distante dell’impianto Ama di Rocca Cencia, un’area di 6mila metri quadrati era stata convertita a deposito di rifiuti speciali pericolosi e non.
Di più: le forze dell’ordine (a intervenire nelle verifiche anche la polizia locale) hanno identificato diversi cittadini extracomunitari che, presumibilmente dietro un corrispettivo giornaliero o settimanale, si occupavano di “stoccare” i rifiuti per il successivo trasferimento all’estero. In sostanza, molti materiali, come batterie, vecchie carcasse d’auto, pezzi di veicoli, motorini venivano impacchettati e spediti in Africa.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Maggio 2024, 07:00
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